Uno Zero
"frammenti di un cuore esploso..."
le luci pallide delle torri di conversione della materia si allungano come lame taglienti attraverso il vuoto metallico della città: una distesa infinita di strutture e corridoi che si intrecciano in un caos geometrico. migliaia di livelli sotto la superficie,
in un angolo dimenticato dalla netsfera, un’ombra si muove furtiva nei condotti del cyber labirinto: whoami. è un mondo senza cielo, dove l'aria è densa di polveri sintetiche, e il silenzio vibra di ronzii elettronici. una realtà insondabile, una distesa di strutture ciclopiche e corridoi oscuri che sembrano non avere fine. il metallo corroso da ere di abbandono sussurra al passaggio di chiunque è abbastanza folle da attraversare quei luoghi dimenticati.avanzi senza un suono. il tuo volto, è nascosto dietro una maschera dall’aspetto folle e inquietante: un ovale bianco, con due orbite nere per gli occhi e una bocca che tratteggia ironica, il sorriso stilizzato di un teschio. il cappuccio a punta, rosso-rosaceo, fa risaltare quel volto artificiale come un simulacro spettrale di una realtà dimenticata. il naso, un piccolo cuoricino nero rovesciato, completa quella maschera beffarda, sinistra eppure quasi giocosa, il viso di una creatura a metà tra un clown e un trickster.
"sono stanco di questo schifo, stanco di questa merda, quando finirà tutto?" pensi
non sei né l’uno né l’altro. sei un hacker, un netrunner che non gioca secondo le regole della realtà di base; la maschera funge da tecnovisore che si occupa, tra le tante cose, anche di proiettare davanti ai tuoi occhi una tastiera virtuale attraverso la quale puoi inserire codici nella shell del sistema, semplicemente intercettando con le dita la visione fantomatica.
la tua specialità è la riconfigurazione diretta della realtà di base, una tecnica proibita per il sistema corrotto delle safeguard. dove la maggior parte dei tecnoshaman o hacker più folli tenta di collegarsi alla netsfera per manipolare i sistemi, tu, whoami, agisci diversamente: il tuo cyberdeck penetra direttamente nella carne stessa della città, alterando la struttura fisica del mondo senza mai toccare i nodi della netsfera. segnali wireless, jamming, interferenze, e anche connessioni dirette.
"è quello che si meritano.. silicon life society, cyborg senza anima, nè dignità, senza testa, nè cuore; ho voglia di pisciare sul loro occhio, sull'occhio che tutto vede; no.. che tutto guarda e nulla vede.. non può vedere il mio cuore!"
avanzi, le dita pronte sulla cyber tastiera. con un comando, puoi deformare corridoi, distorcere il metallo, piegare la realtà. una katana nera affilata dietro le spalle. un’arma antica, che nelle tue mani sembra pulsare con energia nuova, una fusione perfetta di uomo e tecnologia, di passato e futuro. non hai bisogno di colpire spesso; la tua mente è affilata quanto la lama, e preferisci aggirare, hackerare i tuoi nemici.
le safeguard, entità create per mantenere l’ordine nel caos della città, ora sotto il controllo della silicon life society, ti stanno cercando. senti la loro presenza elettrica nell'aria. non sono solo macchine; sono costruite per cacciare, cancellare, distruggere ogni entità che rappresenta un'anomalia. e whoami, tu, sei l'anomalia per eccellenza. ma conosci quei demoni meccanici meglio di quanto loro conoscono se stessi. le tue dita scivolavano velocemente nel vuoto, piccoli riflessi blu si accendono all'interno del tuo cyber visore mentre il codice fluisce come sangue nelle tue vene.
"la loro cattedrale si sgretola, si sgretola mentre uno tsunami di vergogna li travolge; è il cazzo che si meritano; e sia!"
"reconfiguration" mormori, la tua voce soffocata dalla maschera, quasi come una preghiera dimenticata. un battito silenzioso percorre il pavimento sotto i tuoi stivali, e in un istante il corridoio si riconfigura. le pareti si allungano e si contorcono, i cavi che serpeggiano nel soffitto si fondono in nuove forme, creando un labirinto che neanche gli algoritmi più avanzati possono decifrare. cerchi di tenerle a distanza, di ostacolarle.
"troppo vicine..." pensi. le tue mani scivolano rapide. gli occhi si socchiudono mentre scansioni codici. le pareti tremano. un gruppo di safeguard emerge dalle ombre. macchine mortali con corpi metallici e slanciati, pronte a terminare la loro caccia. la luce nei loro occhi sintetici brilla di un rosso intenso, mentre si avvicinano, lame e artigli già pronti a colpire.
"mi dicono.. sei un insetto, questo labirinto mi fa sentire un insetto.. si un insetto, un acaro, un hacker.."
appaiono come spettri, con volti privi di espressione, simili a statue di pietra e ossa metalliche intrecciate. i loro occhi emettono una luce sinistra, mentre sondano la struttura alterata. whoami, tu, li attendi, nascosto nell’ombra. non arretri. al contrario, le dita danzano velocemente sulla tastiera virtuale inserendo una serie di comandi rapidi. in un attimo, il flusso di codice invisibile che sostiene la struttura del corridoio si spezza. code breaker.
"override completed."
i cavi sopra di te si muovono. le pareti si piegano come metallo fuso, e le superfici cambiano forma. le safeguard, che fino a quel momento stavano avanzando in linea retta, si trovano imprigionate in una distorsione dello spazio. i loro sensori ottici vanno in corto circuito, incapaci di tracciare la nuova configurazione. le unità si muovono confuse, cercando di ricalcolare le coordinate.
una di loro tenta di avanzare, ma tu, l'hacker, agisci velocemente. con una rapida sequenza di comandi, alteri la gravità in quel punto preciso del corridoio. la safeguard, precipita verso l'alto e si schianta con forza contro l'alto soffitto; il suo corpo metallico si accartoccia sotto la pressione del nuovo campo gravitazionale.
"bash ha spezzato le loro maschere di silicio; geniale, non si può dire altro che... geniale; e non è ancora finita.."
un sibilo meccanico si solleva. le altre unità riescono a riconfigurare il percorso e ti si lanciano contro. ma tu, il netrunner, come un abile giocatore di scacchi, sei già in azione. scivoli in un angolo, piegando il codice del pavimento: una porzione di metallo si solleva e si deforma in una barriera, separandoti da loro per alcuni istanti preziosi. questa volta però non ti limiti a deformare lo spazio: attacchi direttamente i protocolli di controllo delle safeguard. c'è un sorriso nascosto dietro la tua maschera.
"access granted."
un’ondata di interferenze attraversa i corpi delle macchine, le loro braccia si bloccano, le articolazioni si irrigidiscono. penetri i loro sistemi, usando codici primitivi ma efficaci, paralizzandole in piena corsa.
"deactivation completed."
le safeguard si fermano, il loro corpo immobile, prigioniero nel flusso di dati che le governa. è una danza invisibile tra la mente e la macchina, e tu, whoami, sei il maestro. un ronzio basso rompe l’equilibrio. un ultima safeguard, più evoluta delle altre, riesce a bypassare il blocco. i suoi occhi si accendono di una luce rossa accecante, e il suo corpo scatta con una velocità disumana. indietreggi, il cyberdeck ancora attivo. l’unità è troppo veloce, troppo vicina. comprendi che non puoi fermarla solo con il codice.
la tua mano scivola sull'elsa della katana. il metallo scivola fuori dal fodero, liscio e silenzioso. la lama nera taglia l’aria con un sibilo. il colpo è perfetto, eseguito con la maestria di un samurai. la testa della safeguard si separa dal corpo in un lampo di scintille azzurrine. l’unità collassa, i suoi sistemi spenti per sempre.
"insetti, siamo insetti, si insetti, acari e siamo sempre di più..."
rimani fermo per un momento, osservando il nemico sconfitto. non ami usare la spada. non più. non sei un guerriero, non nel senso tradizionale. ma in quella città senza fine, la violenza è inevitabile, e talvolta persino l'hacker più abile deve sporcarsi le mani. con un respiro controllato, riponi la katana e riprendi il tuo lavoro. le safeguard sono sconfitte, per ora. ma la città, con i suoi segreti oscuri e la sua logica inumana, non si ferma. ogni passo avanti porta nuovi pericoli, nuovi codici da decifrare, nuove realtà da riconfigurare.
non stai cercando la gloria. non cerchi il potere. vuoi solo comprendere l'essenza della città, quella verità nascosta che sfugge persino ai suoi abitanti più potenti. il tuo cyberdeck emette un segnale breve, e le pareti che ti circondano si aprono in un passaggio. è tempo di continuare la tua missione. la riconfigurazione della realtà non è solo un atto di ribellione: è una necessità. la città è malata, corrotta fino al midollo da codici e strutture che minacciano di collassare su se stesse e chiunque osa avvicinarsi alla verità della sua esistenza, viene cancellato.
"frammenti, siamo frammenti di un cuore esploso.."
il tuo cyberdeck si illumina di nuovo, e il codice danza tra le tue dita. la realtà intorno si deforma un’altra volta mentre continua il tuo viaggio verso l'ignoto.
"siete blatte; nascondetevi, accendo la luce e questo è il cazzo che vi meritate!"