Explosive Bolts
la torre è al limite dell'altopiano e si affaccia su un abisso senza fondo. alcuni stretti ponti lunghi centinaia di metri la collegano alle pareti ripide che racchiudono il baratro. le luci nei piani alti della struttura rivelano la presenza di vita o di qualche suo surrogato. come se un frame o peggio un drone potessero essere considerati esseri viventi e senzienti. l'6s6 il virus che sta lentamente trasformando gli r-human in creature di silicio, spesso fallisce nel suo intento e quando non ti muta in un reietto biomeccanico che vaga barcollando
tra condotti umidi e infiniti corridoi unti di liquami indefinibili, ti riduce a un essere ibrido in lenta trasformazione, ancora in parte cosciente, ancor in parte empatico, il frame. lenti costruttori, rallentati dal gelo, si muovono come formiche giganti di metallo, indaffarati intorno alla struttura verticale. il tetto della larga e tozza torre metallica, alta forse una cinquantina di metri e larga una ventina, è ricoperto di pannelli rettangolari e verticali; presumibilmente inseguitori solari, che ruotando come girasoli meccanici, trasformano i flebili raggi del sole in debole energia elettrica. tutto è ricoperto di neve e ghiaccio in superficie. è l'ultimo livello subito dopo il livello delle rovine che sovrastra gli infiniti livelli della megastruttura.superi il ponte innevato e arrivi alla torre. attraverso uno dei camminamenti che si inerpicano lungo la sagoma della struttura verticale, raggiungi una sorta di ristorante. lo avevi visto dall'altura che dominava il baratro e la torre. ti era sembrato di vedere anche degli r-human o forse degli automi. sei quasi sicuro che non siano reietti biomeccanici. da lontano sembravano parlare tra loro e sopratutto non barcollavano disordinatamente come farebbe un drone nè avevano arti o teste in parte biomeccaniche tipiche di un frame. la sala del ristorante è impolverata e spoglia, a parte qualche sedia e qualche tavolo sporco e unto. l'aria è pesante e sguardi torvi e sospettosi si fissano su di te. ci sono quattro r-human attempati e una ragazza al bancone. vedono una visiera, una maschera per respirare, un tubo collegato a una bombola di ossigeno che risiede all'interno del grosso zaino che hai dietro le spalle, l'abbigliamento pesante di un viaggiatore, e sopratutto l'elsa di una arma e il calcio di un fucile da cecchino. togli il cappuccio e la maschera, rivelando il viso di un uomo sui trent'anni, con capelli castani, arruffati e lunghi che coprono parzialmente occhi verdi da esploratore.
"avrei bisogno di mangiare qualcosa." dici rivolgendoti alla ragazza al bancone.
"mi dispiace ma ora non serviamo cibo." risponde frettolosamente uno dei quattro r-human, cercando magari di scoraggiarti. hanno tute da lavoro e presumibilmente sono operai che lavorano nella torre.
"ti preparo io qualcosa, siediti dove preferisci." la ragazza risponde prontamente. la guardi attentamente, è un automa, ne sei quasi certo. è l'unica in sala che non è sulla difensiva e che non ti ha guardato sospettosamente. un automa progettato per servire a modo i clienti.
dopo qualche minuto, la ragazza ti porta un piatto a base di uova di tricottero gigante dal colore strano e dall'aspetto quasi alieno. "non abbiamo molta acqua qui, è il massimo che ho potuto preparati."
"non c'è problema." rispondi, ringraziandola.
"sei un mercante o qualcosa del genere?" chiede l'r-human, con tono curioso.
"qualcosa del genere, viaggio in lungo e largo per vendere gli artefatti e le mem su cui sono riuscito a mettere le mani." in parte, menti, ma non completamente.
"perché dite di avere poca acqua? ho visto parecchi condutture idriche nella zona." domandi ai quattro r-human.
"è colpa dell'impero dell'occhio che tutte vede. questi bastardi della silicon life society si portano via tutto e se non produciamo abbastanza... baaam! ti fanno esplodere le teste o finisci come quelli li." ti indica due sagome fuori dal finestrone, appese ad un palo. due scheletri. è un altro operaio a parlare e ti mostra una sorta di bottone metallico nero vicino al collo. le avevi già notate. c'è chi le al collo, chi le ha vicino la tempia, chi sulla fronte. viti esplosive. se non obbedisci e ti ribelli, quelli della silicon life society ti fanno esplodere la testa.
"c'è sempre qualche vittima. ti consiglio di non fermarti troppo a lungo qui." ti dice l'operaio con la vite esplosiva sul collo.