Il Re del Popcorn
(off: racconto ispirato da una sessione di gioco di ruolo "b-movie" e dalla trilogia del drive-in di lansdale)
erano ore ormai che viaggiavo. la mia mehari arancione non perdeva un colpo. nonostante piovesse a dirotto, la cappotta plastificata rimovibile, era del tutto impermeabile. avevo sfrecciato lungo diverse strade buie sterrate costeggiate da muriccioli di pietra. bugsville si trovava nel quartiere della verdura indigesta di r'lyeh,
uno dei quartieri più desolati e desertificati dell'isola. si chiamava in quel modo perchè per qualche bizzarro motivo la verdura del posto, risultava non commestibile. era un quartiere pressochè disabitato, se non fosse stato per questi piccoli paesini nascosti e qualche catacomba ghoul dimenticata da dio e da cthulhu. il cielo nuvoloso oggi era color lillà. diffondeva bizzarre luminosità tutto intorno, dipingendo la landa con colori cupi e spettrali. per arrivare in questo posto abbandonato da nyarlathotep, mi inerpicai su alte colline per poi discendere a valle e attraversare un fiumiciattolo che costeggiava il paese. i miei lombi, a fine viaggio, avrebbero probabilmente avuto bisogno di un terapista.un’automobile e un camion che viaggiano in direzioni opposte lungo una strada altrimenti deserta si incontreranno sul ponticello. non fu questo il caso. attraversai il vecchio ponte di legno apparentemente senza problemi. il fatto è che qualcosa dissonò nella mia mente, come se per qualche strano motivo, la prospettiva del ponte non rispettasse più le leggi della geometria euclidea. probabilmente, era solo una mia impressione, dovuta ai numerosi cannoni al thc che avevo fumato la sera prima. sembrava fossero accadute cose strane a bugsville. avevo letto l'ultimo numero del the national inquisitor, del mio amico bzak mckracken e uno dei suoi strampalati articoli, raccontava delle patetiche e disperate richieste d'aiuto del prete della parrocchia locale, tale peter cantamilamessa. si sentiva abbandonato dal governo del presidente cthulhu, come se questi fosse anche un minimo interessato alle vicende di noi comuni esseri umani mortali. sparizioni, rapimenti, bestiame macellato in maniera brutale. mi aspettava una situazione molto serena. i 500 cthullari che il prete prometteva in cambio di aiuto per risolvere il mistero, mi avrebbero comunque fatto comodo. l'agenzia mothers of investigation, di cui ero unico membro e socio fondatore, non riversava in buone acque. le avrei definite più come, pozzanghere maleodoranti. decisi quindi di contattare cantamilamessa e dopo essermi accordato sui dettagli, partii. avrei alloggiato nel suo rifugio nel bosco, a poche centinaia di metri in linea d'aria dal paese.
l'appuntamento era per le 20, all'unico pub del paese, il secchio. mi avrebbe dato le chiavi del rifugio e istruzioni su come raggiungerlo. arrivai mezz'ora prima. era un paese talmente piccolo, che probabilmente aveva un'unica pagina gialla. era costituito da una strada principale che attraversava diversi fabbricati, tra questi anche il lercio pub dove avrei incontrato cantamilamessa. entrando in paese avevo superato, presumibilmente, la fattoria di john svanitoni, il figlio di un contadino, di 19 anni, che era misteriosamente scomparso. oltre al figlio scomparso, il padre, robert, aveva avuto anche la brutta sorpresa di vedere parte degli animali della sua fattoria, sventrata e decapitata. decapitare una mucca e un toro, ecco, forse non è semplice come decapitare un coniglio. avevano trovato, poi, quelle strane impronte. avrei avuto modo di indagare meglio il giorno dopo, era ormai tardi e il sole lillà era calato da un pezzo. noi r'lyehiani siamo così indipendenti, che certe sere possiamo anche fare tardi senza chiedere ogni volta il permesso al presidente cthulhu.
il pub era vecchio e malandato, una topaia sporca e consunta, che anche i topi, per disgusto, avevano abbandonato. al tavolo da biliardo giocavano due figuri, un omone alto e peloso, con una barba ispida e rossa, capelli folti e ricci e peli del naso spessi come corde di un pianoforte. era chiamato dal compare di gioco, orso, e vi posso assicurare, che a vederlo, poteva risultare un eufemismo. l'altro tipo era smilzo, alto e magro, e aveva serpenti cobra tatuati sulle braccia, accompagnati da scritte tipo "mangiafregne" e "spaccaculi". si chiamava wilard.
wilard parlava con randy, un negretto che si trovava li insieme ad alcuni amici. parlavano di effetti speciali di film di "serie b" come i film che il venerdì sera venivano proiettati al drive-in del paese. quel giorno era proprio venerdì e quella sera, avrebbero proiettato "essi vivono" di john carpenter. gli astanti venivano serviti da una ragazza, la chiamavano leona dalle grandi tette : in effetti, aveva queste enormi tette che portava orgogliosa in giro per il pub, come fosserò due medaglie sul petto di un generale. ovviamente era probabilmente l'unico motivo per cui la gente del paese ancora frequentava quel pub, oltre la birra. era artigianale e veniva prodotta localmente. la trovai molto buona. la birra di leona. il logo della birra, potete facilmente immaginarlo.
wilard stava vincendo la partita facilmente e continuava a parlare con randy. orso, perdeva ed era visibilmente nervoso, infastidito dalla parlantina di randy, oltre che alterato dai fumi dell'ennesima birra di leona.
"ehi negretto, mi stai innervosendo, smettila di parlare o ti stacco la colonna vertebrale e poi ti ci frusto!" disse orso rivolto verso il negretto.
wilard intervenne per difenderlo "orso vedi di finirla e riprendi a giocare"
"che fai difendi il tuo amichetto? parla troppo e mi distrae, magari lo fai parlare a posta, perchè sai che mi infastidisce e vinci facile eh. ehi negretto che fai ti sei ammutolito? sei diventato bianco per la paura.. ora ti infilo questa mazza su per il culo, magari ti diverte.." orso fece per avanzare minaccioso verso randy. i suoi amichetti tredicenni, erano impietriti e non sapevano se intervenire oppure fuggire.
"ehi orso, la medicina del dottor rab ti ha forse dato alla testa?!" wilard si interpose cercando di calmare l'amico.
proprio in quel momento, entrò nel pub, peter cantamilamessa, che oltre ad essere il prete locale era anche il sindaco di bugsville. alla vista di peter, orso si calmò e riprese a giocare. entrò anche un altro bizzarro figuro, che riconobbi immediatamente. era proprio il mio amico bzak mckracken e si trovava presumibilmente qui per approfondire la questione messa in risalto dal suo the national inquisitor.
"ehi frank anche tu qui! non mi dire.. hai letto il mio giornale e contattato il povero parroco.. a saperlo inviavo te a indagare sulle sparizioni, invece di inviare me, in questo luogo abbandonato da cthulhu" disse lo strampalato giornalista.
"ma scommetto che non te lo puoi permettere. ebbene si, sto indagando sulla questione. se vuoi possiamo darci una mano, avrai la possibilità di seguire da vicino le mie famosissime indagini" risposi ironicamente.
"devo prima trovare un alloggio dove dormire, visto che la legge, nella sua maestosa equanimità, proibisce sia ai ricchi che ai poveri di dormire sotto i ponti e come hai ben capito, sono povero" disse bzak.
"beh potresti dormire anche tu al rifugio del prete, nel bosco qui vicino. tranquillo non ti sto proponendo di venire a convinvere con me" risposi ridacchiando.
"lei è il signor zappa?" intervenne il prete cantamilamessa avvicinandosi "benvenuto a bugsville, pensavo sarebbe venuto da solo, è il vostro aiutante? piacere sono peter cantamilamessa, il parroco e il sindaco di bugsville" disse peter, indicando e rivolgendosi a bzak.
"diciamo che è più un compagno di avventure e indagini misteriose" risposi.
"beh la paga sarà sempre la stessa, 500 cthullari e queste sono le chiavi del rifugio. per raggiungerlo prendete l'unica stradina che si inerpica verso il bosco, dopo il ponte uscendo da bugsville e procedete fino al rifugio" disse cantamilamessa.
"ottimo, allora andiamo al rifugio, ormai è tardi per iniziare le indagini, domani mattina sicuramente faremo una visitina alla fattoria di robert svanitoni, se per lei va bene" aggiunsi.
"va benissimo, quando avrete scoperto qualcosa di importante potete raggiungermi alla chiesa, vivo nell'appartamento all'interno della stessa. ora però, devo andare, passate una buona notte e arrivederci" concluse peter, poi uscì dal pub salutando leona e gli altri astanti.
"bene, problema dell'alloggio risolto. a questo punto direi di andare al rifugio, speriamo di non incontrare il lupo cattivo" disse bzak.
"ma no, speriamo di non incontrare cappuccetto rosso. c’è così tanta crisi che cappuccetto rosso è più affamato del lupo." risposi. poi partimmo con la mehari arancione, in direzione del bosco.
il rifugio che distava circa due km dal paese ed era sito in linea d'aria a circa duecento metri dallo stesso, aveva sicuramente visto tempi migliori. aveva due stanze da letto al primo piano, una cucina, un salottino e un bagno. un grande caminetto ci avrebbe permesso di scaldare velocemente il piccolo ambiente umido del salotto. c'era legna accatastata in abbondanza, fuori sul pianerottolo. una corta rampa di scale portava al piano superiore, alle due stanze da letto, in ognuna delle quali si trovavano diversi letti a castello. aveva sicuramente visto tempi migliori, perchè era sporco e impolverato anche se abitabile a patto di ridurre al minimo, ogni contatto, con le varie superfici e muoversi come un ipocondriaco del covid. e dire che l'ipocondria era comunque l'unica malattia che non avevo. il bosco attorno al bivacco, sembrava tranquillo, e un sentiero indicato non troppo chiaramente portava, partendo dal lato posteriore del rifugio, al fiume, distante poche centinaia di metri. cenammo con le cose che trovammo nel frigorifero, che era stato rimpinguato per l'occasione dal prete cantamilamessa, con ogni tipo di scatolame possibile. infine decidemmo di coricarci. erano quasi le ventitrè e l'indomani ci saremmo dovuti alzare presto, per iniziare le indagini. sentivamo in lontananza i rumori e le musiche del film di carpenter, che in quel momento, era proiettato al drive-in di bugsville. le colonne sonore del compositore americano, e i rumori forse, della più lunga scazzottata della storia del cinema.
fu verso le ventitrè e trenta che fui risvegliato da quei boati. risultavano chiaramente più vicini. cosa che mise in allerta anche il buon bzak. tonfi bassi, pesanti, cupi. rimbombavano in ogni stanza, attraversando la casupola di legno e facendola tremare. altri suoni davano invece l'idea di provenire dal basso, da sotto terra. vibrazioni continue che a volte sembravano grugniti. io e bzak ci incontrammo leggermente appanicati nel corridoio, che separava le due stanze da letto.
"c'è la luna piena e le bestie del contadino sono state squarciate e maciullate. devo pensare forse ai lupi mannari?!" disse bzak, cercando di restare calmo e di risultare simpatico.
"non ricordo di lupi mannari che sanno scavare tunnel, inoltre quando c'è stato il massacro alla fattoria, una settimana fa, non c'era la luna piena" risposi dissimulando panico.
"forse sono zombie?! e.." bzak si muoveva a destra e a manca, irrequieto e apparanoiato. sembrava un incontinente notturno, in piena crisi, appena alzatosi dal letto, che aveva trovato la porta del bagno chiusa.
"neanche di zombie minatori, che generano scosse telluriche come queste. sembra qualcosa di più grosso" lo interruppi, poi corsi in camera a prendere la colt 45 1886 "andiamo giù a vedere". indossai il pantalone della mimetica e la maglietta con l'acaro. bzak scese in vestaglia bianca e cappellino da notte. i baffoni, gli occhialetti e l'immancabile sigaro, lo rendevano simpaticamente simile a groucho marx nel film la guerra lampo dei fratelli marx, nella scena dello specchio. mi accostai circospetto alla finestra. i tonfi bassi, pesanti, cupi, erano aumentati di intensità e risultavano sempre più vicini. quelli che provenivano dal basso sembrano essere molto, troppo vicini. guardai fuori dalla finestra.
dal bosco uscì all'improvviso un cerbiatto in fuga. con gli occhi sbarrati dal terrore. forse inseguito da un cacciatore? mio padre era un gran cacciatore e andava nei boschi a sparare ai funghi. era vegetariano. bambi invece era inseguito da lontano da qualcosa che ancora non riuscivo bene a definire. piantò le zampe nel terreno, rendendosi conto di dove fosse arrivato, ma non fece in tempo a volgere lo sguardo che quell'essere lo assali e iniziò a sbranarlo e smembrarlo senza pietà davanti ai nostri occhi appanicati. vidi l'essere squarciare il corpo elegante del cerbiatto, tra viscere che esplodevano e secchi di sangue che arrivarono a imbrattare le pareti del cottage.
le sagome di quelle creature erano enormi. esseri pelosi dal corpo mostruoso e arrotondato, che avevano qualcosa di antropomrfo, con lunghi e mobilissimi padiglioni come orecchie. le zampe posteriori risultavano decisamente più lunghe di quelle anteriori, più adatte alla corsa e al salto. i due esseri erano a poche decine di metri dal rifugio e ora erano illuminati dalle luci interne che si diffondevano verso il bosco. uno dei due esseri aveva il pelame rossastro, ed era l'esemplare più grosso. l'altro aveva il pelo grigio scuro. sembrano due enormi conigli. la dentatura era incompleta perchè mancavano i canini. gli incisivi, in numero di due per ogni mascella, sembravano robustissimi e foggiati a scalpello tagliente. gli occhi erano rossi e maligni. si avvicinavano minacciosi, accompagnati presumibilmente da qualche altro essere, della loro stessa specie, che avanzava scavando un tunnel sotterraneo. io in ogni caso andrei a caccia solo per autodifesa. che cosa fareste voi se un coniglio vi puntasse un coltello alle spalle?
mi voltai a guardare bzak, in cerca di conforto e lo vidi che stava già scappando a gambe levate verso la porta posteriorie del rifugio. mi lanciai all'inseguimento, mentre i divoratori di carote, a forma di cerbiatti ed essere umani, erano ormai a pochi metri dalla porta. il bivacco di legno tremava tutto, mentre da sotto il pavimento, qualcosa stava per emergere furiosa. bzak si lanciò, pantofole e vestaglia bianca, verso il sentiero che ci avrebbe condotti al fiume. avevamo poche speranze, ma quegli esseri, magari, sarebbero stati ostacolati, dalla loro stesso furia distruttiva, nell'attraversare il rifugio. corremmo a perdifiato per minuti lunghissimi. sentimmo crepitare il legno delle pareti e del pavimento del bivacco, tonfi tremendi, boati, esplosioni. sentii alle mie spalle i rumori inquietanti di quei giganteschi conigli in avvicinamento. sarebbe giunta la mia fine a momenti, sarei stato maciullato, sventrato, sviscerato, decapitato in un esplosione di schizzi di sangue, ossa rotte, budella. neanche il mio gatto akira mi avrebbe riconosciuto. vidi bzak correre a velocità smodata pochi metri davanti a me, con la vestaglia che fluttuava e si agitava tarantolata. un fantasma ubriaco, in fuga nella notte, inseguito dal cannone protonico di egon splenger, travestito da coniglio mannaro. conigli mannari.. si! la luna piena, le forme leggermente antropomorfe. poteva forse avere un senso. no, la settimana prima non c'era stata la luna piena. ero perso in circonlocuzioni illogiche e folli in quel momento, quando vidi bzak lanciarsi nel fiume. anche volendo non avrei potuto fermarmi, mi tuffai anche io..
fummo trascinati dalla corrente verso valle e raggiungemmo la riva opposta proprio in prossimità del paese. quei mostruosi conigli avevano smesso di inseguirci e almeno per il momento eravamo sani e salvi anche se bagnati e infreddoliti. avrei preso un raffreddore. con la fortuna che avevo quella sera, avrei poi preso una medicina che mi aprisse il naso, e mentre questo era aperto avrei preso un altro raffreddore.
davanti ai nostri increduli occhi, vi era uno spettacolo eufemisticamente aberrante; cadaveri mutilati e sventrati per strada, strisciate di sangue sulle pareti delle abitazioni, porte distrutte, lampioni abbattuti o che lampeggiavano spettralmente. sentimmo in lontananza i suoni e le musiche del film di carpenter che continuava ad essere proiettato.
"credo che quei mostruosi conigli si siano occupati prima del villaggio" disse bzak tra l'ironico e l'appanicato.
"ed è evidente che non mangiano soltanto carote. cerchiamo un mezzo per andarcene via da qui. è molto probabile che ne troveremo diversi al drive-in" risposi, pensando al contempo, che avremmo anche potuto cercare di capire cosa fosse successo. magari avremmo trovato qualche sopravvissuto. ci incamminammo frettolosamente verso il drive-in, superando cadaveri mutilati e auto ribaltate. arrivammo all'altezza dell'ambulatorio del dottor rab. c'era il nome stampato sulla porta. dove avevo già sentito questo nome? ma certo! ne parlava lo smilzo brizzolato cercando di calmare l'orso rosso. il dottor rab aveva somministrato un qualche tipo di medicina al tipo peloso alterato. e secondo lo smilzo brizzolato, poteva essere la causa del nervosismo del bestione. il mio ottavo senso e mezzo complottista mi inturgidì i capezzoli.
"non facciamoci prendere dal panico, stiamo comunque indagando su questo caso. proviamo dal dottor rab, potrebbe avere delle informazioni importanti. un dottore poi, può sempre esserci da aiuto" dissi a bzak.
"forse hai ragione, magari cantamilamessa è ancora vivo, e potrei tirare su un vero scoop per il mio giornale" rispose il giornalista artista visionario.
bussammo alla porta più volte, ma nessuno venne ad aprirci. le mie abilità nel lock picking ci vennero in aiuto. in men che non si dica, ci trovammo a casa del dottore. forse non era a casa o era stato fatto a pezzi da qualche coniglio. dopo diversi minuti, scendemmo nella cantina in quello che scoprimmo essere il suo laboratorio segreto. vi erano strani macchinari, dalle forme aliene e bizzarre. nonostante le mie avanzate conoscenze in campo tecnologico, trovai impossibile capirne il funzionamento. trovammo un diario sul bancone da lavoro tra gli alambicchi e le provette. gli diedi una sbirciata veloce :
"la creatura mi sta aiutando molto, di notte mi raggiunge, lascio la finestra del laboratorio aperta; in cambio delle sue indicazioni e di tutti questi macchinari, le consegno cervelli umani che vado a trafugare all'obitorio;
la campagna vaccinale sta procedendo come speravo;
sono riuscito a inoculare diversi sieri, in diversi soggetti, mediamente intossicati dall'alcol (condizione necessaria);
l'altra notte sono riuscito a innescare la mutazione mannara, attraverso le immagini dei film, ma non riesco a stabilizzarla
sono riuscito a controllare i mannari attraverso le immagini;
stasera (la data di oggi) farò l'esperimento finale e finalmente otterrò quello che voglio; trasformerò l'umanità in un esercito di conigli mannari obbedienti e pronti a tutto; maledetto prete, lui e i suoi investigatori privati; mi sbarazzerò di loro;"
"biz penso di aver trovato qualcosa di molto interessante qui" dissi.
"cosa hai trovato?" disse il giornalista scapestrato.
"quei conigli mannari sono il frutto degli esperimenti di questo dottor rab. da quel che ho capito, una creatura aliena lo sta aiutando. l'intento del dottor rab sarebbe quello di trasformare l'intera umanità in conigli mannari. beh, parte già da una buona base di coniglismo acuto, ma la licantropia è, in effetti molto più pericolosa. ha parlato di immagini con cui innesca la mutazione e con cui controlla le creature e dell'esperimento finale che avrebbe fatto stasera. vuole sbarazzarsi di cantamilamessa e ha provato a ucciderci mandando i conigli al cottage. ha usato dei sieri per infettare le persone. non mi stupirei se i due conigli che ci hanno attaccato fossero.. i due balordi de il secchio" aggiunsi.
"ma certo! il drive-in! è stasera! se usa le immagini, è il luogo perfetto per innescare la mutazione di massa" disse bzak.
"hai ragione, ma come pensa di infettare l'intera razza umana?" domandai.
"magari questo virus si trasmette facilmente e poi forse userà merdaflix. cerchiamo peter" concluse bzak.
proprio in quel momento, avvertimmo forti rumori provenire dai piani superiori, come se qualcosa avesse sfondato la porta di ingresso. i conigli mannari erano infine giunti anche qui, magari avevano seguito i nostri odori, ci stavano inseguendo e volevano ucciderci. andammo leggermente nel panico, bzak si impadronì di una troncatrice portatile per metalli pesanti, pensando di poter arrestare la forza bruta di quei mostri con quella cosa. io estrassi la pistola, senza pensare che non avevo con me proiettili d'argento. trovai infine una soluzione migliore, l'interruttore della serranda della cantina.. scappare. il pannello di metallo si sollevò lentamente facendo un rumore agghiacciante, mentre da sopra, sentivamo sfondare pareti e maciullare mobili. uscimmo in fretta dal laboratorio e ci incamminammo sulla salitella, che ci avrebbe portato, dietro l'abitazione del dottor rab. davanti a noi però, sotto i raggi della luna piena, in cima alla salitella, si stagliava la sagoma inquietante della creatura :
era rosata, lunga circa due metri e mezzo, dal tronco simile a quello di un gambero. la testa era formata da un ammasso tentacolare e dalla schiena partivano un paio di ali membranose simili a quelle di un pipistrello. con queste avrebbe potuto volare forse, nello spazio profondo. qui non sembrava volerle utilizzare e si muoveva veloce su oscene gambe da gambero. sembrava non volerci far passare.
vidi bzak arretrare impaurito, con la troncatrice in mano accesa, che ronzava rumorosamente nella notte. i boati provenienti dai piani superiori erano sempre più vicini. dovevo agire in fretta e non dovevo sbagliare. estrassi la colt 45 1886 e sparai mirando a quella specie di testa tentacolare. non ero mai stato un grande cecchino, ma in quel caso, fui a dir poco perfetto. il proiettile colpì precisamente il centro della testa, facendola esplodere in una miriade di pezzi di viscidi tentacoli e materia aliena cerebrale. la creatura si accasciò per terra e iniziò a rotolare furiosamente verso di noi. ci scansammo. bzak in preda a frenesia omicida, scatenata dal mio colpo letale, si lanciò con la troncatrice verso l'essere. gli amputò una delle due alette siderali. gli occhi sbarrati. dietro gli occhiali da vista schizzati di sangue verde, sembrava pazzo. cercai di calmarlo e di riportarlo alla ragione. dovevamo scappare. iniziammo a correre forsennatamente lungo la strada dietro la casa del dottor rab. non so come facemmo, ma riuscimmo a seminare i nostri inseguitori pelosi, che magari, si erano attardati a crapulonare con le carni aliene della creatura. svoltammo più volte in piccole stradine interne alle varie abitazioni e ci trovammo casualmente nei pressi della chiesa. ad accoglierci una strisciata di sangue rappreso, che partiva dall'ingresso e raggiungeva l'altare in fondo alla navata principale. le tremolanti luci interne della chiesa creavamo l'ambiente perfetto per un altra scena di un film dell'orrore di serie b. cercammo padre cantamilamessa e lo trovammo dietro l'altare che respirava a fatica. aveva un braccio amputato, perdeva molto sangue ed era, li per li, per abbandonare il pianeta.
"è stato il dottor rab, è al drive-in, fermatelo fate prest..." e spirò
"maledetto preteee! maledettooooo! i miei soldi! dammi i miei soldiii! la bolletta della luce!! è aumentata! i miei soldi!!" persi un attimo il controllo.
"lascia perdere i tuoi soldi, ci penseremo dopo. andiamo al drive-in, magari troviamo una macchina e scappiamo da questo inferno" questa voltà fu bzak a farmi ragionare e a calmarmi. uscimmo dalla chiesa e ci dirigemmo verso il drive-in.
lo spiazzo enorme del drive-in si estendeva davanti a noi oltre il recinto di legno che lo circondava, alto tre metri. all'ingresso, il cancello era sormontato da un arco metallico, sopra cui risplendeva la scritta orbit drive-in, che si accendeva e si spegneva stroboscopicamente. sul megaschermo alto tre piani, proiettavano they live di carpenter e c'era la scena della scazzottata tra il biondo e il nero, scena che durava circa otto minuti. forse era la seconda ripetizione del film. l'enorme globo di metallo, che rappresentava un pianeta circondato da un anello, come quello che ha saturno, era avvolto da lampi elettrici e da una strana aurea bluastra che circondava anche il chiosco da cui partiva il fascio della proiezione. il chiosco era anche il negozietto che vendeva bibite gassate e popcorn. c'erano cadaveri dilaniati e schizzi e pozze di sangue ovunque. un grosso camper giallo, era parcheggiato tra le macchine.
alcune automobili erano state completamente cappottate e fatte a pezzi. un enorme coniglio contemplava il film come in trance, mentre un essere umano, fuori dalla sua macchina si stava contorcendo dal dolore. vedevamo parti del suo corpo che si allungavano e si cotorcevano. spuntarono delle lunghe unghie dai piedi e dalle mani, il suo corpo mutò, e i vestiti si squarciarono. un folto pelo iniziò a ricoprire il corpo. spuntarono enormi incisivi mentre il tipo continuava a urlare sbavando. due grossi padiglioni infine spuntarono dalla sua testa. era uno spettacolo orribile, ma sempre più dignitoso di una puntata del grande cugino o di ego-factor. tutto questo mentre la scazzottata più lunga della storia del cinema continuava imperterrita.
con circospezione ci avvicinammo al chiosco da cui partiva il fascio della proiezione. l'aurea bluastra che lo circondava emanava un forte calore. ci rendemmo subito conto che non avremmo mai potuto entrare all'interno.
"dobbiamo fermare la proiezione del film!" disse bzak.
"si ma come!?" risposi "li dentro non si può entrare!"
"allora dobbiamo distruggerlo!" rispose il giornalista scapestrato.
in quel mentre, la porta si aprì e un'inquietante creatura uscì dal chiosco. era antropomorfa, e aveva due bocche, un solo occhio e quattro braccia. la pelle era scura, ustionata e le bocche erano sorridenti e maligne. l'unico occhio era come se si fosse spostato verso il centro, mentre l'altro era stato fuso dall'ustione. la creatura era alta poco più di due metri. sulla pancia c'era disegnata/tatuata la testa di una pantera, ma questo disegno si muoveva in maniera bizzarra. impietrito dall'apparizione, avevo perso di vista il mio compagno d'avventura, che presumibilmente si era nascosto. i due conigli mannari ora fissavano lo schermo e presumibilmente stavano ricevendo istruzioni. cosa fosse quella creatura e da quale inferno provenisse, non lo avremmo forse mai saputo. guardavo il tatuaggio con orrore, si muoveva, si allargava, sembrava come se.. si, si stava materializzando, la testa della pantera stava iniziano a uscire dal corpo del mostro, che mi guardava sadicamente dall'occhio malefico. stavo perdendo tutte le speranze, i conigli alle mie spalle si sarebbero presto risvegliati dalla trance e sarebbero arrivati presto, anche gli altri mannari che si aggiravano nel paese. mi girai per guardarmi intorno appanicato e infine vidi mckracken. stava lavorando con la troncatrice portatile a batteria, al sostegno metallico a travatura reticolare, su cui era appoggiato l'enorme globo dell'orbit. compresi il suo intento, ma era un'azione folle. la creatura monocolista aveva quasi del tutto partorito l'aberrante pantera da quel ventre disumano e emetteva suoni contorti e inquietanti in un tripudio di orrore. mi guardai indietro e vidi i due conigli che mi guardavano famelici. trasalii mentre le mie gambe iniziarono a tremare paurosamente. ero tra due fuochi. estrassi la colt 45 1886 e feci fuoco verso il ciclope ustionato. lo colpii più volte, ma questi continuava a ridere beffardo dalle bocche sbavanti bile. guardai l'uscita, erano giunti altri conigli, il rosso e il grigio che ci avevano attaccato nel bosco. orso e willard. guardavano e aspettavano. il ciclope aveva deciso che dovevamo essere fatti a pezzi dalla pantera e ormai mancavano pochi attimi al parto. l'enorme felino stava squarciando la plancenta ed era ormai prossimo a nascere.
avvenne inaspettatamente il miracolo..
il traliccio che sosteneva l'orbit, prima si inclinò, poi cadde furiosamente verso il chiosco del proiettore. avevo malgiudicato disperato il tentativo del giornalista scapestrato, ma alla fine fu a dir poco geniale. l'impatto del pianeta artificiale, fu tremendo. il chiosco avvolto dall'aurea blu elettrica esplose in una clamorosa detonazione. venni sbalzato tre metri indietro dall'onda d'urto che investì anche il ciclope partoriente e i famelici conigli mannari. la proiezione del film fu interrotta, ma fu quello che accadde dopo che risolse il tutto a nostro favore. quella strana energia che avvolgeva sia il pianeta artificiale, sia il chiosco si esaurì subito dopo l'esplosione. i quattro conigli iniziarono a contorcersi e mutare fino a trasmormarsi nuovamente in incoscienti esseri umani nudi. la creatura monocolista invece cadde al suolo insieme alla pantera e iniziò a dissolversi e a mutare. alla fine rimase solo il cadavere di un uomo, in camice bianco, sporco e annerito, che non poteva che essere il dottor rab.
rimanemmo diversi minuti senza parlare ancora sconvolti dall'accaduto, poi decidemmo di tornare al rifugio nel bosco per recuperare la mehari arancione.
trovai dei soldi nell'abitazione del prete. presi i 500 cthullari che mi spettavano, poi partimmo per tornare a r'lyeh città. la versione ufficiale del governo cthulhoide era come sempre falsa. dissero che c'era stata un'epidemia a bugsville, dovuta alle verdure indigeste. un virus ancora sconosciuto aveva falcidiato l'intera popolazione del villaggio. tutto venne messo a inesorabilmente a tacere. a lottare per la verità, rimaneva solo la testata giornalistica dello scapestrato giornalista bzak mckracken, il the national inquisitor. bzak scrisse un lungo articolo sulla vicenda che venne pubblicato la settimana dopo, con il titolo : "il re del popcorn"