Frank Zappa, l'AmmazzaVampirla
ho lo shift della macchina da scrivere incastrato;
con l'altra mano presi il mio elegante astuccio dall'angolo della mensa del caminetto; con le dita nervose e lunghe estrassi un pò di infiorescenze femminili essicate di cannabis e le mischiai con del tabacco per narghilè speziato con del glucosio liquido; introdussi il tutto nel contenitore di creta dell'hookah fatto di bambù; inspirai profondamente...
il denso fumo si contaminò di tetraidrocannabinolo, attraversò la spirale del tubo di gomma e si raffreddò nell'acqua profumata del gōzā per arrivare a inebriare la mia fervida immaginazione; mi chiamo frank zappa, questo lo ricordo ancora, sono un investigatore privato, vivo a r'lyeh e ho i piedi scalzi; sono anche una sorta di supereroe mascherato se cosi si può dire, frank zappa la terra e spesso viaggio per il mondo per portare giustizia in sella al mia fidato cavallo nero parlante frunobulax (il lettore deve sapere che in realtà frunobulax non è un cavallo, ma una bicicletta nera, con cui il nostro frank ama sporadicamente intavolare bizzarre conversazioni) insieme a mr.boffo, il mio amico clown, nano e panzuto (anche qui trattasi di un amico immaginario); ero seduto per terra in padmasana supina, la posizione del loto, sdraiato a pancia in su e elucubravo pensoso perso come una scorreggia in una vasca dell'idromassaggio; "c'è forse un legame tra i grandi sacerdoti di cthulhu e i recuperatori? un legame di tipo covalente immagino, come quello degli atomi?! ordini in apparenza contrapposti che coesistono uniti e condividono risorse in diversi ambiti, come nel legame covalente appunto in cui due atomi mettono in comune coppie di elettroni?" stavo delirando, la mia mente si ribellava all'inerzia "datemi dei problemi, datemi del lavoro, datemi il crittogramma più astruso o l'analisi più complicata, e allora mi sentirò a mio agio" parlai ad alta voce ragionando tra me e me stesso... avevo ancora in mano lo scopettino del cesso, perchè? ero confuso come un camaleonte in una scatola di smarties e la cannabis non mi stava aiutando;"uaaaaarghhhhh" il campanellò lanciò un urlo agghiacciante che mi ridestò dalla meditazione padmasana supina elucubrante teorie paranoidi; avevo ereditato quel campanello e i baffi da un mio lontano zio che viveva a londra e faceva l'assistente per un investigatore privato vegetariano; andai a aprire la porta e vidi la giovine donzella e le sue graziose e tornite curve : "sta forse cercando mister frank zappa?" dissi arruffato, spettinato e vestito in maniera probabilmente non consona a ricevere un ospite del gentil sesso... sfoggiavo una vecchia maglietta nera e unta con un bel acaro azzurrino in bella vista, un omaggio alla musica e all'arte incompresa di ere passate o forse future "perchè in quel caso potrei non essere io, o forse si, o meglio direi anche si, o pressapoco; conosce la teoria del fascio dei multi ii e del bisogno innato e impellente di immaginare il proprio io come un'unità? solo in certe anime particolarmente intelligenti e delicatamente organizzate balena l'intuizione della loro molteplicità; l'uomo è una cipolla formata da cento bucce, un tessuto di cento fili... ma prego mia cara si accomodi, segua uno di questi cento fili, nella speranza che sia il più adeguato alla sua, alla nostra situazione..." la ragazza, inizialmente titubante, stava per obbiettare qualcosa; si decise però a entrare, senza proferire parola e si fidò infine del suo scalzo e spettinato ospite, cioè di me stesso; mi seguì nell'oscuro corridoio dal pavimento a piastrelle iperboliche multicolorate, tra strane bizzarie e antiche sculture fino al disordinato laboratorio artistico nonché studio investigativo impregnato di odori esotici, caldi colori e suoni alieni... facendo vibrare, con delle punte poste su un cilindro, delle lamelle di acciaio disposte a pettine il mio carillon a vapore autocostruito produceva la musica del "in the hall of the mountain king" di edvard grieg...
"autocostruire strumenti musicali e' un modo come un altro per impegnare il mio tempo in maniera ingegnosa e creativa, per quanto, in effetti, il tempo sia soltanto un'illusione creata ad arte per addomesticare l'essere umano... ci siamo conformati alla legittimità del tempo così che ora sembra un fatto naturale, un potere che ha pieno diritto di esistere inopinabilmente; si potrebbe invece considerare la dimensione statica dello spazio delle varianti e l'ipotetico movimento dell'individuo al suo interno che determina l'illusione di cui sopra; signorina.. non perdiamo tempo in queste digressioni..." dissi chiudendo gli occhi... portai le mani unite di fronte al torace e seraficamente ripresi a parlare... "la polizia di r'lyeh, tanto vantata per il suo acume, è solamente astuta e niente più. non ha altro metodo di procedere che quello del momento. si fa un grande spiegamento di misure, ma di frequente accade che queste siano intempestive e inadatte allo scopo. i risultati così ottenuti sono spesso sorprendenti, ma quasi sempre sono dovuti soltanto alla semplice diligenza e all’attività. dove queste facoltà non bastano i loro piani non riescono. guastano le loro visioni stando troppo vicino all’oggetto. possono forse vedere uno o due punti con singolare chiarezza, ma procedendo così perdono necessariamente di vista il problema nel suo insieme. si può anche essere troppo profondi. la verità non è sempre in un pozzo. anzi, per quanto riguarda le nozioni più importanti, io credo che sia invariabilmente alla superficie. profonde sono le valli nelle quali la cerchiamo, ma è sulle cime della montagna, che essa viene trovata" ero seduto in maniera bizzara su un'elegante, umida e antica poltroncina dell'800 avanti cthulhu, in mogano, trovata abbandonata in una discarica, con le ginocchia vicino allo stomaco, come in posizione fetale... la ragazza disorientata dal torrenziale fiume di parole da cui emergevano poi in sostanza pochi concetti mi guardava perplessa; quasi a intuire i di lei pensieri, gesticolai improvvisamente e volgendo lo sguardo e le braccia verso il cielo risposi "lo soh! ma se mi siedo normalmente le mie capacità intellettive diminuiscono del 40% o forse cinquantah!... ora prego signorina mi esponga i fatti..."
"mio marito è un mostro! non è più lui! sono convinta che qualcuno abbia preso possesso del suo corpo! uno di quegli aberranti yithiani, sono sicura! maledetti ladri di corpi! non capisco proprio perchè dobbiamo vivere insieme a queste orrende creature! chissà in quale mondo orrendo si trova ora mio marito!" iniziò a parlarmi del marito, dei suoi comportamenti dissonanti, degli insulti, delle sue improvvise svalutazioni compulsive, di disorientamenti indotti a suo dire manipolatori; la donna probibilmente era un'altra vittima del vampirlismo acuto molesto e epidemico imperante ormai da decenni a r'lyeh;
"bene... ora si calmi signorin.., ehmm signora cercherò di aiutarla.... le farò solo alcune domande..", mi ridestai da una qualche sorta di realtà aumentata erotica indotta dalla privazione sessuale e dall'uso continuato di cannabis, perchè ero li a fissarle le tette e le immaginavo enormi, ma a guardarle meglio erano enormi solo nella mia testa e questa era chiaramente una allucinazione psicotropa; potrei teorizzare sugli effetti allucinogeni prodotti dalla combinazione di desiderio, dalla privazione sessuale e dal tetraidrocannabinolo o delta-9-thc sulla mia mente e sulla neuroplasticità deviata di quest'ultima a lungo termine... ora il mio sguardo era perso nel vuoto diretto oltre l'antico lampadario in vetro soffiato giallo di nyarlatotettopoli comprato in un piccolo negozietto di antiquariato sito in dagon road anni prima... "signor zappa, va tutto bene?" disse la donna quasi spazientita nella sua disperazione... le mie palpebre immobili fino a quel momento, tornarono a sbattere freneticamente e ripresomi dal ghirigoro pensoso in cui mi ero immancabilmente perso iniziai a fare diverse domande alla giovane e forse tornita ospite... era il caso però, di posare lo scopettino del cesso da qualche parte;
"suo marito usa ossessivamente il telettrofono portatile per autoscattarsi foto, nudo e depilato, insieme ai vostri figliuoli e le condivide poi, compulsivamente, su piattaforme internettoidi alienanti tipo faccialibro? passa ore e ore davanti allo specchio a ingellarsi il ciuffo frontale e a disegnarsi ossessivamente le sopracciglia? il venerdi e il sabato sera, frequenta gli abbeveratoi in della città, stonandosi morbosamente e imitando parossisticamente nei modi e nel depensiero gli altri avventori primati? usa esacerbatamente come intercalari parole come top e cool senza averne compreso il reale significato? piacioneggia anche con la bidella della scuola elementare che ha 86 anni? ghigna beffardamente in preda a mutazioni incontrollate mrhydiane e sorride sordido e commediante per ammaliare e usare amici, partner, scimmie volanti e in genere il suo prossimo?"
la donna annuiva sconsolata a ogni mia domanda; avrei potuto continuare all'infinito, ma mi fermai subito, anche perchè il mio amico enorme e marrone, mrpalooza, si era affacciato nella parte terminale dell'intestino crasso e dovevo scappare in bagno; la ragazza mi diede altri dettagli sulla vicenda, sapevo come muovermi, la mia prossima mossa a breve, però, sarebbe stata riprendere subito in mano lo scopettino del cesso e correre alla tinozza;
"abbia fiducia signora, risolverò il caso in tempi brevi.. riguardo la mia parcella non si preoccupi, faccio l'investigatore per diletto e divertimento... se vuole però, può acquistare una delle mie music box a vapore autocostruite per pochi cthullari, ne ho costruita anche una che può combinare il suono alle immagini in movimento; trattasi di creatività combinatoria, l'arte prodotta da questo processo creativo anomalo, frutto anche di una progettazione fredda, analitica, quasi matematica, è infine calda e sublime come sosteneva lo stesso e.a.poe riguardo la genialità e l'immaginazione di tipo combinatorio associativo; mi lasci comunque il suo numero, la contatterò via telettrofono meucciano appena avrò capito cosa è effettivamente successo a suo marito" iniziai a saltellare giulivo per la disordinata stanza fischiettando il motivo grieghiano, prodotto dalla boîte à musique a vapore autocostruita, dirigendomi frettolosamente verso il bagno...
mi trovai dopo alcuni tormentosi momenti, in camera da letto, davanti allo spettacolare specchio ovale in cristallo molato, contornato da una grande cornice in legno laccata in megaplast plutoniano... mi ero appena messo i calzini e le scarpe e già sentivo come di essere imprigionato, come se i piedi mi fossero stati ingessati... piano piano quella sensazione diventò qualcosa di lieve e sopportabile; avevo il pettine di legno in mano senza alcuna voglia di aggiustare niente sulla mia folta e nera testa "che andasserò a farsi fottere, non mi pettino...e la maglia non la tolgo, camicia bianca, bretelle e pantalone verde con i tasconi, va bene così"; presi lo zaino, ci misi dentro le mie cose, il cinturone con le cartucce, le mie due revolver cal 45, il cappellone da pescatore rosso e bianco e varcai la porta di ingresso, dopo aver lasciato lo scopettino del cesso nel porta ombrelli.. dove si fosse cacciato mr.boffo, non ne avevo proprio idea; quell'inutile nano clown e panzuto, spariva per settimane per poi ricomparire e far finta che non fosse successo nulla;
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uscii di casa e già sentivo la mancanza dello scopettino; c'è chi ha bisogno di tenere in mano una sigaretta per sentirsi un duro, a me bastava agitare uno scopettino del cesso in aria per sentirmi un compositore e un direttore d'orchestra, anche se poi un compositore in effetti lo ero; componevo musica per immagini, o immagini per la musica, ancora non avevo ben capito; il mio fidato frunobulax si era fatto male a una caviglia (la bicicletta era a riparare) e nel portafoglio avevo solo una 20ina di cthullari; vidi il merlo nero con il becco giallo volare in direzione del tentacolobus; anche questa volta mi stava guidando, il nagual, il mio animale guida; decisi di prendere il tentacolobus, un cthullaro e la possibilità di essere divorato da una delle enormi bocche dentate di quell'aggeggio infernale, erano meglio che pagare il surplus a un taxi per l'imprevisto di una distorsione spazio-temporale molesta; a r'lyeh accadevano cose strane, si sapeva, e bisognava stare sempre con quattro occhi aperti, sopratutto quando si aveva a che fare con un taxista; mostri divora-cthullari pronti a svuotarti il portafoglio con la stessa ferocia e bramosia di un ghoul a digiuno da settimane che si avventa su un pezzo di cadavere umano finito per sbaglio nel suo piatto;
il tentacolobus era un esperimento di ibridazione dell' ann0 3 d.c. tra la struttura metallica di un vecchio treno a vapore e una mostrusità aberrante multitentacolare; sottoprodotto di una copula selvaggia tra quelli della prole stellare di cthulhu e uno shoggoth; no, non era vero, stavo sparando le solite cazzate, non lo sapevo che razza di mostro era quel coso e come l'avevano generato; il mezzo di trasporto risultante da questa ibridazione però, era molto veloce e anche sicuro se si escludevano i momenti in cui il mostro aveva fame e divorava passeggeri crapulonamente, ruttando rumorosamente, come era successo nell'anno 7 dopo cthulhu il giorno dell'inaugurazione; dopo gli schizzi di sangue sui vetri delle carrozze, le budella sparpagliate ovunque e i rutti molesti di apprezzamento, dei trenta passeggeri che erano saliti nei vagoni del tentacolobus, erano rimasti solo piccoli resti di ossa rotte e qualche scarpa, troppo indigesta anche per una mostruosità del genere;
negli ultimi tempi però, di questi incidenti, non se ne sentiva più parlare e i cittadini di r'yleh ormai si fidavano; prendevano abitualmente e coraggiosamente il tentacolobus o forse erano impazziti completamente a forza di vivere tra le mostruosità della città cadavere; i pochi sani di mente che erano rimasti, e che si opponevano alla patologia mentale imperante, usavano la tecnica della follia controllata : stavano al gioco del grande manicomio cthulhu-nyarlatoteppone, scegliendo di agire e vivere come se stessero giocando in un enorme gioco di ruolo, si fingevano pazzi come tutti gli altri per non impazzire; perlomeno stasera al dagon bar, nel mothland, ci sarebbe stata la meravigliosa musica jazz della mi-go go band oltre alla festa delle falene dovuta, appunto, all'invasione di graziose falene dal volto umano; i gamberoni di plutone sapevano fare buon jazz e al dagon bar avrei probabilmente trovato il marito vampirla della povera donna;
il viaggio attraverso la città cadavere fù tranquillo, senza tentacoli molesti che staccavano teste e rutti rumorosi a apprezzare pasti sanguinolenti; ero giunto al dagon bar in una zona abbastanza isolata e poco illuminata del mothland; le falene umane danzavano, canticchiando e sfarfalenando, davanti all'insegna al neon, tremolante e colorata, del bar dagoniano; a pochi metri, parcheggiato lungo la strada, si trovava un carro funebre, la macchina ufficiale della mi-go go band con tanto di logo dipinto sulla portiera, un gamberone volante in frac stilizzato bianco e nero con il suo cespuglio di tentacoli al posto della testa, che suonava un pianoforte a coda; scesi dal tentacolobus, volevo accendermi un sigaro banano prima di entrare nel locale; aprii lo zaino per cercarlo... accadde l'impoderabile... trovai lo scopettino del cesso! anche questa volta il mio inconscio grottesco era riuscito a fregarmi; non era nel porta ombrelli, l'avevo portato con me! poteva forse essermi utile come arma organolettica perfetta? un concentrato fetido di batteri fecali, in effetti, era una risorsa preziosa per contrastare l'organizzazione monocolista dei grandi sacerdoti di cthulhu, i recuperatori, e le innumerevoli aberrazioni oscene legate ai culti innominabili dei miti lovecraftiani; lo nascosi nuovamente all'interno dello zaino, presi il sigaro, lo accesi e iniziai a sbuffare come una locomotiva a vapore;
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l'ingresso del locale era illuminato dalla luce di un solo lampione; il dagon bar era stato aperto da poco, in una zona abbastanza isolata e periferica del mothland, lungo la costa; le prime note jazz della mi-go go band fecero capolino nei miei padiglioni auricolari, deliziandomi, mentre attraversavo lo sciame di falene danzanti; la musica della mi-go go band, non era banale e predigerita come quella delle varie polp-star dagoniane con problemi di congiuntivite, costruite e pompate ad arte dall'elite cthuloide occulta, per stordire e mantenere docili e buoni i cittadini di r'lyeh e nascondere gli orrori della città cadavere in cui eravamo tutti costretti a vivere; marylin mazzancolla, eddie vongola e la marmellata di perle, david balena, scorfanotti, capparezza, gamberani, il transone brasiliano manuelo agnello, elio e gli storioni morti, fabri foca, i merluzzkin e altre polp-star con le loro canzonette polp, melense, che parlano di invaghimenti tossici e impossibili, finte ribellioni dalla cintola in giù, temi ultra-reazionari per rimbambire le persone; preti dello spettacolo, narcisisti polpologici che squirtano ego narci-dagoniano da ogni squama, per autocompiacersi poi, entericamente, nei salotti tv di fabio cozza, il pulitore di culi, ospiti della trasmissione "che culone baciaculono oggi?"; "oohh come è buono l'odore della tua puzzetta! mmmmmmmm no no è meglio il tuo! ho fatto una puzzetta incredibile oggi! ma se sapete fare puzzette cosi mature a 18 anni, non oso immaginare che puzzette farete tra 20 anni" e via a cantarsela e suonarsela a oltranza fino allo sfinimento dei milioni di utonti collegati, già in avanzato stato di rimbambitaggine e in simbiosi con il tubo catodico;
entrai nel locale, cercai un tavolo defilato in un angolo in ombra, la musica jazz del gruppo mi-go go band saturava l'ambiente con improvvisazioni aliene e armonie dissonanti alternate a jazz classico dell'epoca, mentre dagoniani, sciocchi esseri umani e ghoul sballati, cercavano di darsi un contegno per sembrare un pò meno sub-creature, indossando, però in modo ridicolo i vestiti dell'epoca; ero circondato da poser alterati e rintronati dall'alcol; in fondo alla sala c'era un piccolo palco, dove si stavano esibendo i gamberoni plutoniani, la band freak-jazz composta unicamente da funghi di yuggoth venuti dallo spazio; c'erano due bariste con gli occhi a mandorla vestite di rosso, come ballerine di can can, che decoravano cocktail in preparazione e servivano ai tavoli mettendo in mostra i loro seni voluttuosi; diverse lampade elettriche illuminavano con luce fioca e calda il locale, mentre kurt il dagoniano guardava tutti con un'espressione storta da dietro il bancone, attento e preoccupato che le due cinesine facessero bene il loro lavoro; era un grosso e obeso uomo pesce dalle enormi branchie con un enorme cicatrice sul viso; probabilmente un dagoniano puro vista l'altezza, la pelle verde brunastra e la coda; c'era un capannello di ghoul che fumavano sigarette e giocavano a poker seduti a un tavolo in un angolo, qualche battona umana vestita da tipica valley girl e un grosso mongolo, al bancone, con i suoi due metri e dieci di muscoli ben in vista; sedeva da solo con una birra in mano; i capelli lunghi corvini ricadevano sulle sue spalle; un cane gironzolava in cerca di qualcosa da leccare dribblando le gambe degli astanti; tanto, tantissimo fumo saturava l'ambiente, offuscava la vista, devastava polmoni, talmente denso che si poteva tagliare con un coltello;
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trovai il tavolo più defilato, nell'angolo più buio e affumicato del locale, mi sedetti, presi la testa tra le mani, guardai nel vuoto, mi sentii parte di esso; tolsi le scarpe; non ne potevo piu, avrei pianto, per il fastidio, se le avessi tenute un minuto in più; finalmente un pò di libertà per i miei piedi profumati; ordinai un succo di pompelmo, senza ghiaccio, accesi il sigaro banano e mi misi ad osservare gli astanti, scrutando nella nebbia impenetrabile calda e fumosa; individuai subito il marito vampirla della donzella vicino al bancone; stavo ascoltando le dissonanze aliene e la voce calda del cantante della mi-go go band; i mi-go quando imitavano la voce umana producevano un fastidiosissimo ronzio; era impensabile per una band come la mi-go go band, non utilizzare qualche speciale trasduttore vocale per filtrare quel rumore di fondo e al contempo magari rendere la voce più calda e suadente; il loro repertorio era un misto di canzoni inedite e rielaborazioni cover di canzoni geniali dei mother of invention; "lasciami succhiare il tuo cervello", "vieni tra le mie chele, baby", "prendi la mia chela, ti porterò nello spazio", erano i loro maggiori successi; in quel momento però, stavano suonando "stick it out" dei mother;
alcuni loschi figuri umani entrarono nel locale, presero un tavolo vicino al palco e stettero li per un pò; due di loro, dopo alcuni momenti, si alzarono e si misero al tavolo con i ghoul, a giocare a poker; sbruffoneggiando arrogantemente sembravano volerli provocare; era una precisa strategia per innervosirli e batterli facilmente o erano dei banali attaccabrighe? dopo appena due giri di poker, i ghoul erano quasi giunti agli zoccoli; gli uomini cane si alzarono in piedi e ghignarono mettendo in bella mostra le zanne gialle e protruse; la cosa rietrò velocemente, si sa, ghoul che abbaia non morde; un altro tipo del gruppo, al tavolo vicino, cercava di truffare alcuni dagoniani con il gioco napolista delle 3 carte, sfidando la nauseabonda puzza di pesce; il lezzo emanato da un dagoniano, quando non era nascosto dall'odore dolciastro dell'acqua di colonia, era tipo quello di un tonno morto lasciato al sole per ore dopo che qualcuno ci aveva cagato sopra; 3 dagoniani insieme poi, non facevano il cervello di una triglia e fù molto facile per l'umano truffaldino spillar loro qualche cthullaro; gli altri due rimasti al tavolo piacionavano invece con le cameriere asiatiche vistite da ballerine di can can; in particolare uno dei due, il più giovane, che sfoggiava piccoli baffetti da messicano, alla vista del seno voluttuoso e provocante di una delle due donzelle, iniziò a provarci in maniera spudorata e gretta; era palesemente in balia dei suoi istinti, mostrava evidenti sintomi di priaprismo acuto e gonfismo gonadale molesto; arrivò a trattenere la ragazza per un braccio, mentre questa cercava di divincolarsi e allontanarsi; kurt, il proprietario del dagon bar, osservò la scena e si avvicinò subito al tavolo, preoccupato più per i suoi affari che per la sua sottoposta; era un dagoniano puro, alto più di 2 metri, dalla pelle bruna e verdastra, obeso e gigantesco, con sul viso questa enorme cicatrice tra gli occhi vitrei e immobili e una lunga coda velata e mucillaginosa; insomma il tipo con cui è consigliatissimo litigare; arrabbiato e più storto di prima, fece la voce grossa minacciando il ragazzo con i baffetti e mimando con le mani palmate e artigliate, segni e gesti brutali e potenzialmente sanguinolenti; il ragazzo provò a abbozzare qualche patetica scusa, poi si ammutolì rimanendo a fissare il preservativo nella sua mano; quello che aveva lanciato in precedenza contro la cameriera, durante il gentile corteggiamento;
l'enorme mongolo continuava a sorseggiare la sua birra; il tipo brizzolato e donnaiolo si alzò dal tavolo e fece per avvicinarsi al bancone, ma accadde l'imponderabile; la porta della toilette del dagon bar si spalancò con un tonfo sordo e un umano strafatto, con una siringa penzolante, attaccata ancora al braccio, fece irruzione nella sala centrale del locale puntandosi una pistola alla testa; urlava "maledetti! maledetti!". aveva gli occhi sbarrati e un ghigno terrificante a deformagli la faccia. si guardò intorno, mentre la gente nel locale provava a rendersi conto di quello che stava succedendo. il mongolo si alzò lentamente in piedi, mormorando "ragazzo, metti giù quell..." non fece in tempo a finire la frase che una deflagrazione sconquassò l'ambiente facendo vibrare bottiglie e bicchieri. la testa dell'umano esplose splatterosamente; pezzi di cervello finirono nella birra del mongolo, che li osservò con una smorfia; qualcuno urlò, altri si allontanarono e fecero per uscire; le bariste si fermano appena un attimo; kurt subito le incalzò;
"continuate a lavorare, stronzette... ci penso io a pulire."
il mongolo, non perse tempo, senza lasciarsi turbare più di tanto dall'accaduto e approfittando del caos, corse verso la porta del bar e uscì frettolosamente; poi fù il panico, ghoul zoccoluti, dagoniani puzzolenti, umani e sub-creature, cani che si accoppiavano con gatti, e jazzisti mi-go della mi-go go band, correvano tutti verso l'uscita; alcuni fuggivano perchè scolvolti dall'accaduto, altri magari.. per non avere problemi con la polizia di r'lyeh, che a breve sarebbe sicuramente arrivata al dagon bar;
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vidi il giornalista del the national inquisitor, mckracken, lanciarsi dietro il mongolo che usciva di fretta dal locale; se bzak mckracken era li e seguiva qualcuno, c'era sicuro qualcosa di interessante da scoprire; se poi quel qualcuno era anche il marito mongolo e vampirla della mia datrice di lavoro, allora era il caso di mettersi in moto;
le prime fonti di informazioni per un'investigatore privato non erano certamente il cthulhu tribune o il nyarlathotep post e le loro banali e edulcorate versioni ufficiali; unico nel suo genere, il the national inquisitor, quotidiano pattume, privato e indipendente, si occupava di gossip e di cose bizzarre e paranormali ed era una fonte di informazioni sicuramente migliore per le mie bizzarre investigazioni; il direttore e unico giornalista della testata, bzak mckracken, appunto, paranoide, complottista, complottaro e complottoide, era una preziosa risorsa per le agenzie di investigazione e anche per la resistenza;
scattai, rischiando una lombosciatalgia e uscii immediatamente dal bar dagoniano per accorgermi subitamente che luther il mongolo stava correndo smodatamente lungo la strada, verso sinistra, e che aveva distanziato di almeno una decina di metri, bzak; questi correva lui dietro con in una mano uno sfilatino raffermo e nell'altra la fidata macchina fotografica; dopo circa un centinaio di metri, luther il mongolo svoltò velocemente a destra lanciandosi in uno stretto vicolo; c'erano alcuni lampioni che illuminano fiocamente la strada disturbati dalle danze furiose delle falene dai volti umani; alle mie spalle sentivo il rumoreggiare degli avventori del dagon bar, ancora scossi per quello che era successo; anche i gamberoni plutoniani della mi-go go band erano usciti dal locale, lasciando incustodita la preziosa strumentazione aliena;
lontano dalla confusione, dalle luci e dallo sciame degli avventori scioccati e alterati alcolicamente, arrivai al vicolo e lo imboccai ingoiato dall'oscurità e aggredito da una puzza terribile di merluzzo avariato; un barbone dagoniano, senza barba e con enormi branchie, sotto un cartone, dormiva e russava rumorosamente; di luther il mongolo non vi era traccia; davanti a me, a pochi metri, il giornalista del the national inquisitor, avanzava nel buio, verso l'uscita opposta del vicolo, incerto e disorientato...
quando.. imponderabilmente...
vedemmo un'ombra fluttuante svolazzare, entrare nel vicolo e avvicinarsi; una palla nera la cui superfice era ricoperta di tentacoli lunghi e nervosi; diversi bulbi oculari verdognoli pulsanti e flourescenti tappezzavano il corpo osceno e aberrante del mostro; l'essere continuava a avvicinarsi minacciosamente e da quella che sembrava una bocca lercia e sbavante fuoriusciva una lunga lingua terminante con un altro bulbo oculare guardone e spione;
"ma che schifo, no, ma cos'è quella roba? no, non voglio saperlo" disse bzak citando forse qualcuno e arretrando dall'orrore;
quell'enorme pseudo pesce palla volante ghignava narcisista in faccia alla paura del giornalista; continuava a avanzare, estendendo fuoriosamente l'enorme e venosa lingua monocola;
mentre bzak, in un gesto disperato, lanciava lo sfilatino contro il mostro, estrassi lo scopettino del cesso dallo zaino e iniziai a agitarlo in aria diffondendo morbi pestilenziali; il colpo dello sfilatino e la masnada di fetidi batteri esplosi dalla mia arma organolettica perfetta fecero per un attimo arretrare quella aberrazione occhialuta; fù il colpo di genio di mckracken, però, a vincerla definitivamente, mandandola via : estrasse la fidata macchina fotografica e con la velocità e la prontezza di un esperto giornalista quale era, scattò più foto, in sequenza, flashando ripetutamente le decine di bulbi oculari del mostro tentacoloso; la cloca occhialuta, accecata, frastornata dal flash e tramortita dallo sfilatino e dai batteri fetidi del mio scopettino, fece prima retromarcia e poi scappò via dal vicolo;
"sei mckracken, del the national inquisitor, vero?" chiesi timidamente al giornalista.
"si e tu chi sei?" rispose tranquillamente mckracken senza mostrare sorpresa per essere stato riconosciuto.
"sono frank.. frank zappa, un investigatore privato... sto seguendo la stessa persona che stai seguendo te; il mongolo, luther, è il marito di una mia cliente; indago su alcuni suoi anomali e repentini cambiamenti di comportamento, probabilmente un altro caso di vampirlismo patologico; te perchè lo stai seguendo?" risposi
"mmmm diciamo che l'eventuale... vampirla, può essere anche invischiato nello smercio di una certa droga plutoniana che si sta diffondendo ultimamente a r'lyeh; allucinazioni collettive, svalvolamenti e sballi di massa pericolosi, è la bad trip, una droga molto chiacchierata ultimamente; sono quasi sicuro che dietro la diffusione di questa sostanza allucinogena, ci siano i sacerdoti di cthulhu, oltre alla mafia mi-go plutoniana ovviamente; dovrebbero dire tutti no alla droga, cosi abbasserebbero i prezzi e non ci sarebbe tutto questo contrabbando hahaahahahaha" il tipo era simpatico, rideva sotto questi enormi baffoni da tricheco, tipo quelli portati in passato dal beneamato federico nietzsche;
"possiamo aiutarci vicendevolmente se vuoi, abbiamo già sconfitto insieme una gonade volante tentacolosa, della serie ufficio baffoni, se avete un mostro da uccidere siamo al vostro servizio. se siete un mostro, possiamo consigliarvi un ottimo specialista in chirurgia plastica.. comunque... credo che non fosse qui per caso;" risposi..
"mmmm cosa intendi dire?"
"questo luther, secondo me, ha qualche potere... speciale."
"pensi sia un officiante?"
"molto probabile.. e se quella aberrazione l'ha mandata lui, allora.. vuol dire, che si è accorto di noi, dobbiamo stare attenti... muoviamoci con cautela..."
procedemmo verso l'uscita del vicolo e bzak riprese in mano lo sfilatino; non gli chiesi perchè fosse cosi affezionato a quel filoncino raffermo, d'altronde lui non fece alcuna domanda riguardo al fatto che avessi in mano uno scopettino del cesso; sbucammo in una piazza grande e circolare, circondata da alti palazzi; erano tutte costruzioni del dopo cthulhu; la citta di r'lyeh riemersa il 15 marzo 1937, giorno degli strani eoni e dell'avvento del grande cthulhu, presentava solo costruzioni antiche, templi maledetti appartenenti a ere passate, niente che potesse in alcun modo ricordare condomini moderni come questi; molte costruzioni poi, tipo importanti grattacieli come l'empire state building che torreggiava vicino ai piedi del presidente cthulhu, erano state portate li di peso, strappate alle loro città di origine, da forze disumane; i palazzi di questa piazza erano completamente ricoperti da una pianta rampicante bruno-rossastra simile all'edera; sembrava di stare in una foresta; rimanevano scoperte solo le finestre e i portoni; questa pianta rampicante aveva foglie dalle forme anomale, appartenenti a geometrie aliene, non-euclidee;
c'era un furgone nero vicino al palazzo al lato opposto della piazza; i figuri in giacca e cravatta nere e grembiule bianco che portavano maschere di ceramica bianca e che avevano appena finito di parlottare con luther, erano i recuperatori; i recuperatori appartenevano a una società segreta che a quanto pare e in qualche modo, collaborava occultamente con il governo dei sacerdoti monocolisti di cthulhu; almeno cosi si diceva in giro, cosa tralaltro sostenuta anche dal the national inquisitor; ufficialmente questa società segreta si occupava di recuperare informazioni e dati andati perduti, con l'avvento degli strani eoni; oltre ai tre figuri che indossavano giacca e cravatta, camicia e grembiule, vi erano sette guardie della scorta, in skinsuit nere da combattimento e fucili d'assalto; anche loro avevano il viso coperto da queste orrende maschere di ceramica;
luther il mongolo, salutò uno dei tre tipi mascherati in grembiulino, e entrò nel palazzo; i recuperatori rimasero un attimo in attesa guardandosi intorno, poi, dopo alcuni minuti, salirono sul furgone nero e partirono, uscendo dalla piazza; presero l'unica strada che permetteva il passaggio di un mezzo di trasporto;
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entrammo all'interno della piazza e ci muovemmo con circospezione verso il portone del palazzo di 17 piani; dovevamo entrare nel fabbricato se volevamo parlare con il mongolo; il portone era chiuso e non vi erano scale anti-incendio; la mezzanotte era passata da qualche minuto e metterci a suonare campanelli alla rinfusa sperando di non ricevere secchiate d'acqua era come andare in curva al san polpo con la maglia della juventibus tra tifosi napolisti inferociti e sperare di non essere pestato a sangue; potevamo temporeggiare e aspettare che luther uscisse nuovamente, ma significava probabilmente, nel migliore dei casi, aspettare la mattina e stare tutta la notte fuori senza chiudere un occhio in un quartire tutt'altro che tranquillo;
decisi di scassinare la serratura, tirai fuori dallo zainetto il tagliaunghie multifunzionale universale e iniziai a armeggiare nella serratura del portone incoraggiato dal mio socio bzak;
ero li da qualche minuto a smanettare compulsivamente senza riuscire a cavare un click utile dalla serratura quando accadde l'inimmaginabile; sentimmo il pavimento in ciottolato della piazza iniziare a tremare, fummo scossi da un rumore sordo e basso che mano a mano aumentava di intensità, poi imprevedibilmente accadde.. fummo investiti da una fortissima esplosione di luce; investì tutto, sbalzandoci per metri e metri, facendoci rotolare all'indietro e accecandoci, mentre il rumore basso diventava sempre più assordante fino a quasi lederci i timpani; passammo alcuni momenti che sembrarono interminabili, sentimmo un fortissimo calore, quasi la pelle bruciare... poi, quella luce, come era giunta, improvvisamente, scomparve;
le falene dal viso umano intorno a noi erano tutte morte, dilaniante e abbrustolite; le vedemmo per terra immobili, i visi umani deformati dal dolore; come se l'energia sprigionata da quell'esplosione avesse ucciso tutte e solo le forme di vita più sottili; lo sfilatino di mckracken era un tozzo di pane abbrustolito; il giornalista lo guardava con un'espressione angosciata;
ci trovavamo all'interno della piazza e tutto era cambiato; l'edera che ricopriva il palazzo di luther e gli altri fabbricati, era stata completamente abbrustolita; non volevo crederci, sembrava un'allucinazione pazzesca; l'edificio a destra del palazzo di luther era stato completamente consumato, rimaneva solo lo scheletro pericolante, come un cerino bruciato, un dito scheletrico che si inarcava verso il palazzo affianco; l'altro a sinistra era completamente scomparso; al suo posto c'era un grosso albero alto 5 metri, dai rami scheletrici, arrostiti e alla vista fragili; l'edificio di luther dal 10mo piano in su, era completamente nero, ricoperto da qualcosa che sembrava muoversi e che ricopriva tutta la superficie del palazzo; non riuscivamo a capire cosa potesse essere;
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il ciottolato continuava a tremare spaventosamente. sentivo il cuore impazzirmi nel petto mentre giravo la testa a destra e a sinistra guardandomi intorno; osservai timoroso in direzione della strada e.. a circa cento metri di distanza, vidi qualcosa di gigantesco e inquietante, mastodontico e minaccioso, che si muoveva avanzando verso la piazza; a guardare meglio erano più cose : enormi e scuri insetti, scarabei giganti, stercorari abnormi o forse viscide blatte; si avvicinavano lente e inesorabili, probabilmente in cerca di cibo, e nella piazza, io e bzak, eravamo come piccole e insignificanti briciole sulla loro tavola, pronte a essere ghermite da zampe lercie e spinose e poi ingoiate ghiottosamente; il cielo era scuro, ricoperto di nuvole tenebrose, illuminato a tratti da stroboscopici bagliori di lampi che tuonavano negli strati superiori di quella strana atmosfera; i lampioni della piazza sfarfallavano di continuo spegnendosi per brevi attimi, riaccendendosi subitamente e illuminando a intermittenza il tutto; dovevamo muoverci in fretta, se non volevamo essere divorati da quei mostruosi blattoidi;
il portone del palazzo di luther, che pochi istanti prima stavo cercando di scassinare, si spalancò improvvisamente; una fiumana di esseri antropomorfi di ogni specie e colore, olezzo e epidermide, proruppe appanicata : una cicciona bigodinata in vestaglia, che urlettava isterica, una coppia di attempati e puzzolenti dagoniani borbottosi, due ragazze umane tornite dai seni voluttuosi, in intimo strappa mutande; una signora anziana in vestaglia bianca con il fon in mano, un gamberone plutoniano in vestaglione freak con un cappellone colorato sulla testa ovale e tentacolosa, una gattara spettinata in vestaglia nera scollata con poppe prosperose e cadenti e un ghoul assonnato e nervoso che portava al guinzaglio uno strano cane dalle zampe tozze, i piedi palmati e argigliati, e una cresta di aculei irti sulla schiena spelacchiata; un cane con la faccia da pesce, gli occhi gialli e enormi e la coda da rettile. un wenge benniano, un essere brutto come uno scrondo e peloso come uno scroto;