La Cripta
(off: in parte rielaborazione genere blam punk di un pezzo di racconto di robert e. howard)
il sentiero si fece più ripido e roccioso, quindi divenne tortuoso, poiché doveva evitare rupi, massi e strutture di "mase" ormai divelte. bash e puck, camminavano ormai da diverse ore, senza sosta. avevano abbandonato la moto, preferendo un'intrusione stealth e silenziosa. improvvisamente, di fronte a loro si aprì un baratro enorme, attraversato da un ponte naturale di roccia, ai piedi del quale si fermarono.
bash guardò l'abisso con curiosità. era largo circa quindici metri e quando guardò verso il basso, il suo sguardo venne ingoiato da un'oscurità impenetrabile, profonda quasi certamente centinaia di metri. sul lato opposto si levavano, delle nere guglie minacciose. era li che si trovava la dimora di madame salomè. il loro percorso era obbligato, dovevano attraversare il ponte. mossero cauti e incerti passi, sul lastrone di pietra naturale, arrivando a circa metà del percorso. poi videro le safeguard. sbucarono all'improvviso dall'oscurità, dall'altra parte del ponte e si misero a correre come bufali selvaggi, con occhi robotici, rossi e malefici, incastrati in maschere inespressive, di bianca porcellana.
bash, attaccato, balzò all'indietro, poi si fece di nuovo avanti, cercando di evitare le terribili artigliate di uno degli sterminatori e di trovare un punto debole dove colpire. puck travolto dalla carica di una safeguard, precipitò nell'abisso : bash lo vide cadere, in volo, verso il burrone e con una zampata staccare ferocemente la testa di metallo e porcellana, dal corpo robotico della safeguard, che lo aveva travolto, mentre precipitava con lei.
il cyber samurai balzò da un lato e si trovò in bilico, sull'orlo del ponte, con l'eternità sotto i suoi talloni. barcollava, cercando di riguadagnare l'equilibrio, mentre la safeguard, sul ponte, cercava di colpire, il suo nemico ondeggiante.
parava con tutte le sue forze, con la katana gbe: un'impresa alla portata di pochi cyber samurai, in quelle condizioni di precario equilibrio. vide un artiglio crudele sibilargli vicino al casco, e sentì che stava cadendo all'indietro, verso l'abisso.
con uno sforzo disperato, si aggrappò a un arto robotico della safeguard, che lo aggrediva furiosa, poi si raddrizzò e trafisse il suo avversario. la maschera di porcellana, simile a un teschio bianco, venne trafitta. con un ultimo sforzo, lo sterminatore, si lanciò alla cieca contro il nemico. bash, con i calcagni oltre il bordo del ponte, non riuscì ad evitarlo, e caddero insieme, ingoiati dalle profondità sottostanti.
toccò il fondo all'improvviso, molto prima di quanto credesse. per qualche istante giacque mezzo tramortito poi, guardando verso l'alto, vide lo stretto ponte, la volta dell'enorme ambiente, e le sagome degli altri sterminatori, stagliate contro la luce del gigantesco astro artificiale, grottescamente deformate, che si affacciavano dai bordi.
quando le safeguard se ne furono andate, cominciarono ad esaminare la loro nuova situazione. erano caduti da un'altezza considerevole, ma grazie alle loro capacità acrobatiche, erano riusciti a cadere morbidamente. bash, in realtà, si sentiva rigido e tutto ammaccato. puck nonostante la massa, era riuscito ad impattare con meno problemi.
il cyber samurai estrasse la lama della katana, dalla maschera di porcellana dello sterminatore, che era caduto li vicino e cominciò a tastare il terreno attornò a sé, nella semi-oscurità. la sua mano trovò il bordo di quello che sembrava essere uno strapiombo. aveva creduto di trovarsi sul fondo dell'abisso, e che l'impressione di grande profondità che dava dall'alto fosse un'illusione, ma ora decise che doveva essere caduto su una sporgenza, prima di raggiungere il fondo. lanciò un sassolino e, dopo quello che gli sembrò un tempo lunghissimo, udì che aveva finalmente colpito il fondo
non sapeva bene cosa fare. attivò la visione notturna del suo casco, che rivelò una grossa sporgenza che usciva dal fianco della rupe, dal lato delle colline, che era il lato verso il quale stavano cercando di andare. erano caduti vicino al bordo, ed era stato solo un caso fortuito, che non fossero caduti giù, visto che non sapevano dove si trovavano.
accucciato e in attesa, si rese conto che c'era un'apertura sufficiente a contenere due volte il proprio corpo eretto. una grotta, pensò e, sebbene fosse d'aspetto estremamente minaccioso, vi entrò.
"sei sicuro di fare la cosa giusta?" chiese puck.
"potremmo scalare la parete, ma le safeguard ormai sono allertate, vediamo dove porta questo passaggio" rispose il cyber samurai.
anche puck, sebbene con maggiore difficoltà, entrò nell'apertura. procedettero cautamente all'interno, senza nessuna idea di dove li avrebbe condotti quella galleria, ma qualsiasi azione, era preferibile allo stare seduti e fermi, finché fossero stati individuati dal sistema safeguard o da qualche creatura di silicio di guardia.
per un lungo tratto, il pavimento della caverna, era orientato in salita. bash sentiva sotto i piedi, roccia solida, ed ebbe qualche difficoltà ad arrampicarsi perché il terreno era molto scosceso, e lo faceva scivolare. la grotta sembrava assai grande, il soffitto era almeno a 4 metri di altezza e le due pareti opposte, lontane. la visione notturna dipingeva spettralmente tutto di azzurro. puck era guidato da una sorta di oscuro visione artificiale tipica di alcuni chimerici.
infine il pavimento tornò pianeggiante, e la caverna si fece assai più grande. l'aria era più gradevole, sebbene l'oscurità fosse sempre impenetrabile. improvvisamente si fermarono. da un punto imprecisato di fronte, udirono provenire un fruscio indescrivibile e strano. senza preavviso, qualcosa colpì il casco di bash, e gli volteggiò attorno selvaggiamente. tutto intorno udirono, dei mormorii sinistri, provocati da tante piccole ali. bash, dietro la visiera del casco, fece improvvisamente un mezzo sorriso divertito, e si sentì sollevato ed indispettito allo stesso tempo: pipistrelli, naturalmente. la caverna ne era piena.
giunse però alle loro narici, un puzzo orribile, fetido e repellente. l'odore si fece più forte, mentre i due avventurieri, avanzavano lentamente. sentirono che quell'odore tradiva un pericolo nascosto, una presenza maligna, inumana e mortale. tuttavia si sentivano perfettamente in grado, di affrontare qualsiasi assassino o creatura malvagia, perché erano sostenuti da una fede incrollabile e dalla consapevolezza che la loro causa era giusta. ritrovare aki e liberarla dalle grinfie della silicon life society
ciò che seguì, accadde all'improvviso. stavano avanzando nell'oscurità, quando dinanzi a loro, balzarono due occhi rossi e enormi, freddi e privi d'espressione, troppo grandi e maligni per essere umani, e troppo luminosi e alti per appartenere a un animale. quale essere orribile si era appena levato dinanzi a loro? bash disattivò immediatamente la visione notturna, accecato dalla luminosità elettronica, di quei giganteschi occhi.
i frammenti di silicio del carapace, avvolgevano il corpo oblungo e gigantesco; in parte sospeso in aria, in parte strisciante, lungo il piano dell'ampio ambiente, il corpo del mostro terminava in un viso dalle fattezze umane. una specie di gigantesca maschera di ceramica bianca, si sovrapponeva su un cranio scarnificato, inespressiva, dallo sguardo inumano e crudele. l'essere sovrastava e guardava sprezzante, le due piccole creature come fossero insetti, acari insignificanti, blatte da schiacciare. l'enorme nube di polvere, sollevata dai movimenti devastanti, dello sproporzionato mostro di silicio, avvolgeva il tutto oscurando in parte la luce elettronica dei due giganteschi occhi. parti di quello strano carapace, si allungavano verso l'esterno, come pericolosi spuntoni, pronti a dilaniare carne e vita. nella parte inferiore della testa, sotto la maschera bianca, denti aguzzi, ghignavano, desiderosi di sbranare e fare a pezzi i minuscoli corpi r-human; bash sfoderò la katana gbe. puck strinse il jo, pronto alla battaglia;
un istante dopo, lottavano per le loro vite, contro l'oscurità che sembrava aver assunto una forma tangibile e che ora li fronteggiava. la gigantesca creatura lanciò furiosamente verso il cyber samurai, per provare ad azzannarlo. bash volteggiò acrobaticamente all'indietro, arretrando e atterrando diversi metri indietro, per evitare le malefiche zanne. puck, approfittando dello slancio del mostro, colpì la sua maschera di ceramica con il jo, con tutta la sua brutale forza, aprendo una lieve crepa sul guscio liscio e bianco della gigantesca testa. gli occhi elettronici della creatura, volteggiavano sopra di loro, diffondendo luce rossastra e trasformando l'ampio ambiente della caverna, in un inferno in terra. il sibilo del mostro, riempiva la caverna di un'atmosfera gelida e piena di orrore. lottavano come topi, fra le grinfie di un gigantesco serpente.
il mostro, con una violenta testata, fece volare puck, 20 metri lontano, a destra, verso la parete. l'impatto fu tremendo, il grosso panda chimerico, volò per aria, per capitombolare e atterrare, a pochi metri dalla parete, stordito dal colpo. il cyber mostro ruggiva iracondo, sbavando bile acida e chimica, mentre la luce elettronica degli occhi, aumentava di intensità. bash lo fronteggiava, impugnando saldamente l'elsa della katana, impavido e determinato. sprezzante della morte, iniziò a correre verso il gigantesco serpente, urlando il suo kiai da samurai. gli occhi verdi, dietro la visiera del casco da motociclista, lampeggiavano furiosi. saltò in alto, prendendo il volo, agile e veloce come un merlo nero. volteggiò in aria per alcuni secondi, in un'acrobazia, tanto spettacolare quanto efficace, per attaccare la testa della cyber creatura, con la lama della katana gbe. affondò più volte fino all'elsa, la lama affilata, ma la reazione della mostruosa creatura di silicio, fu brutale e immediata. bash venne sbalzato in aria, verso la volta lontana della caverna, e perse la presa sulla katana. riuscì comunque a cadere in piedi, atterrando agilmente sul fondo della caverna. reagì prontamente, estraendo la pistola gbe. regolò l'arma su un valore medio della scala di potenza e sparò fulmineo verso la testa della mostruosità. il colpo fu fatale, lo strale energetico, generato dall'irradiatore gavitronico, in cui si riversò istantaneamente una quantità abnorme di materia oscura, colpì la maschera di porcellana, sfondandola, per trapassare il cranio dell'aberrazione e proseguire incurante di tutto, verso la parete lontana. ci fù un esplosione gigantesca, le pareti della caverna tremarono paurosamente. il possente cyber rettile, ebbe dei selvaggi sussulti di morte, e bash, cercando di evitarne i colpi, che avrebbero potuto spaccargli le ossa, si allontanò nell'oscurità. se il suo avversario non era un demonio, allora era la cosa che più gli assomigliava sulla terra, pensò, sperando che non gli sarebbe stato chiesto di affrontare altri nemici, in quella oscurità. poi gli occhi elettronici della creatura si spensero e il gigantesco corpo all'interno del carapace si schiantò al suolo, in un boato agghiacciate, per finalmente immobilizzarsi. puck, ripresosi dal colpo, ancora intontito, recuperò il jo e raggiunse bash.
bash e puck ripresero a camminare, domandandosi se vi fosse una fine a quella caverna, quando una luce penetrò nell'oscurità. pensarono che fosse un'entrata esterna molto distante, e si misero a camminare in fretta, ma furono molto meravigliati di trovarsi con la faccia contro una parete, dopo che ebbero fatto appena alcuni passi. si resero subito conto che la luce filtrava, da una fessura nella roccia e, tastando la parete con le mani e le zampe, si accorsero che era fatta di una materia diversa dal resto della grotta. sembrava costituita da un unico blocco di materia vetrosa, che indubbiamente non era stata costruita dall'uomo.
la luce filtrava dall'interno, riflessa più e più volte in un tunnel di riflessi che scendeva verso il basso. bash esplorò con le mani la superficie del muro, con un interesse che andava oltre le sue necessità del momento. la parete sembrava aliena e molto antica. la sua estensione era attraversata da una crepa che era lunga due metri e ampia uno. l'interno della fessura era sfaccettato, a tratti opaco e a tratti completamente riflettente. ciò rendeva impossibile capire, quanto a lungo il tunnel, scendesse in profondità.
bash e puck si addentrarono all'interno del tunnel di riflessi. la fenditura era inclinata e a tratti incredibilmente scivolosa. con molta attenzione il cyber samurai e il panda chimerico, scendevano attraverso quel budello, di bagliori sfuggenti e mutevoli. percorsero il tunnel, come passando all'interno di un caleidoscopio, tra milioni di riflessi delle loro immagini in movimento. all'improvviso però, iniziarono a scivolare... il pavimento in quel punto era troppo liscio e inclinato. persero l'equilibrio e iniziaro a scorrere sempre più velocemente. non vi erano appigli, sulla materia vetrosa e riflettente, per fermare quella vertiginosa corsa verso l'abisso. iniziarono stranamente anche a sentirsi confusi, come se quella tempesta di riflessi di luce, li avesse obnubilato la mente. poi sbucarono, all'improvviso, in un ampio ambiente, precipitando per circa 15 metri, verso un pendio di detriti e rocce.
una città di torri di metallo nero, sorgeva all'interno di un vasto spazio chiuso, di forma sferica. le torri sembravano alte decine... forse centinaia di metri. di molte si vedeva appena la sagoma oscura, altre invece erano illuminate da bagliori tenui che sembravano stelle distanti. strade strette e buie, le separavano, formando un labirinto che sembrava impenetrabile. le torri illuminate dalle luci, erano riflesse lungo tutta la superfice interna della sfera, che aveva il colore di una notte stellata. l'aria era fredda, nulla si muoveva, la calma era piatta.
a giudicare dal quantitativo di detriti oltre la fessura, sembrava che il foro da cui si accedeva a quell'enorme ambiente, risalisse a secoli prima. i detriti erano per lo più rocce, strati di terrisco e forse ossa polverizzate.
"cosa è questo posto?" chiese puck, rialzadosi acciaccato.
"non ne ho idea" rispose bash "durante la discesa, per diversi attimi, mi sembrava tutto cosi confuso, mi sentivo svenire.." aggiunse.
"anche io ho avuto la stessa sensazione e la cosa non mi piace per niente. questa volta poi è alta centinaia di metri, qualcosa non torna, anche scendendo il doppio dei metri di quelli che abbiamo percorso, non può essere così alta; occuperebbe lo spazio occupato in realtà dalla dimora di madame salomè, non ha senso.." disse il chimerico.
il cyber samurai e l'enorme chimerico peloso, presero a scendere il pendio traballante e scosceso, facendo attenzione a dove mettere i piedi e le zampe. arrivarono dopo pochi minuti, tra le strade della città delle torri. le strade erano fatte di una sostanza nera, una sorta di asfalto, che reggeva bene il loro peso, ma che sembrava deformarsi, quando veniva sollecitata da carichi pesanti. fu ovviamente puck ad accorgersi della plasticità del fondo, essendo più pesante di bash.
i due si addentrarono all'interno della città delle torri. diverse torri erano completamente buie, e per quanto i due avventurieri si sforzassero di individuare punti di accesso, porte, portoni, finestre anche ai piani superiori, sembrava praticamente impossibile, accedere al loro interno. le torri illuminate invece avevano tutte, al piano terra, aperture rettangolari, che davano sulle strade esterne. per entrare all'interno di queste torri bastava varcarle. le luci visibili, sulle superfici di queste torri, semravano astri lontani e non sembravano provenire, da finestre illuminate dall'interno. usando i riflessi luminosi di queste torri come punti di riferimento, bash e puck, potevano orientarsi all'interno dell'antica città.
si materializzarono all'improvviso, come nati dagli incubi di folli rinchiusi in un manicomio; giganteschi bulbi oculari violacei e azzurrini, grandi come la testa di un elefante. sbucarono in fondo alla strada ed iniziarono ad avanzare velocemente verso i due avventurieri.
"cosa sono quelle cose?!" disse allarmato puck.
"sembrerebbero occhi giganti volanti" rispose bash con un punta di ironia. "e si.. credo che ci abbiano visto.."
"sentinelle!" aggiunse puck
erano ormai a pochi metri. bash estrasse la katana gbe, puck impugnò saldamente il jo. una delle sentinelle oculari, emise un inteso raggio di plasma violetto nella direzione del pandoide. il chimerico fu investito dal raggio e rimase interdetto a fissare la creatura volante. le altre due creature, manipolarono le molecole d'aria, rimuovendo psionicamente gli elettroni, per produrre plasma surriscandato e lanciare strali roventi verso il cyber samurai.
"puck! non guardare gli occhi!" urlò bash al compagno.
il chimerico non rispose, sembrava ipnotizzato dal raggio di plasma violetto e aveva anche lasciato cadere il jo per terra.
"maledizione puck!"
bash impugnò saldamente l'elsa della katana, fermò la mente e chiuse gli occhi.. poi si lanciò verso il bulbo oculare che aveva ipnotizzato l'enorme panda. affidandosi completamente all'intuitò e al suo sentire, il cyber samurai attaccò la creatura monocola colpendola ferocemente, con la lama, tagliandola in due in un'esplosione di liquidi acidi e suoni striduli. puck si svegliò dall'ipnosi, barcollando. poi raccolse il jo, rugliando.
"non guardare gli occhi!" ripetè bash al compagno, poi si lanciò verso un altro bulbo oculare cercando di ricordare dove gli altri due si erano fermati. puck imitò il compagno, individuò con la coda dell'occhio, le altre due creature, abbassò lo sguardo e si lanciò verso quella, a lui più vicina. bash venne sbalzato all'indietro da uno strale fervente di plasma surriscaldato, che impattò contro la sua skinsuit nera, abbrustolendogli il petto. puck colpì ferocemente un bulbo oculare, schiantandolo sul pavimento nero. il cyber samurai, si rialzò fulmineo e sempre ad occhi chiusi si lanciò verso il punto, da cui era arrivato il dardo infuocato. la katana penetrò furiosa, nella pupilla dell'essere, che emise lamenti alieni, per poi precipitare al suolo, senza vita.
nel guardarle più da vicino, le creature ormai senza vita, sembravano essere al tempo stesso organiche e sintetiche. leghe e polimeri, si fondevano perfettamente, con carne viva e liquidi simil sangue.
"queste cose fanno schifo!" disse puck disgustato.
"come ti senti? sembravi imbambolato" chiese bash al compagno.
"non riuscivo a evitare quello sguardo, c'ho provato più volte, ma ero impietrito, completamente sotto il controllo di quella creatura; sentivo come se mi stesse vampirizzando energia mentale, è stato tremendo.." rispose puck.
"teniamo gli occhi entrambi aperti, potrebbero essercene altre" aggiunse ironicamente bash.
"bene bene bene, ecco i miei nuovi ospiti... hahahahahhahaha!" la risata risuonò malefica, rimbombando all'interno dell'enorme cripta. sembrava giungere da ogni direzione. poi l'enorme volta semisferica e riflettente scomparve, per lasciare il posto a un viso dai lineamenti spietati e freddi. il viso, inespressivo, sembrava un'enorme maschera bianca di porcellana e occupava l'intero spazio della volta. alcuni glitch nell'immagine e distorsioni, introdotte dalla concavità della volta, facevano pensare a un gigantesco schermo. il viso era illuminato da luci elettroniche bluastre e si trovava, probabilmente, in un ambiente buio, molto simile a quello della città delle torri.
"bevenuti nella mia prigione virtuale.. non vi preoccupate, i vostri corpi sono custoditi in sicurezza, nelle segrete della mia dimora hahahahhaha! avete attraversato il tunnel dei riflessi, un dispositivo trappola, un honeypot per la trascrizione della personalità. i vostri ghost sono stati uploadati e intrappolati nella mia criptosfera locale, dove rinchiudo i dissidenti più pericolosi. coloro che si oppongono al potere dell'occhio che tutto vede, rimangono qui, in eterno, in un perenne coma di dolore e pericoli che mi diverto a creare per loro, e ora, certamente, anche per voi. morirete e rinascerete mille volte, ma attenzione, sarà la vostra mente a degradarsi inesorabilmente ogni volta che verrete uccisi dalla mie creature, fino al momento in cui, vi trasformerete, in inutili vegetali hahahhahahahahahha!" le espressioni del viso della strega cyborg, incastonato all'interno di un casco metallico e nero, erano sempre contenute.
"dove si trova la ragazza!" urlò bash.
"ah.. si.. la ragazza.. beh si trova molto vicino, più vicino di quanto pensiate.." rispose la donna cyborg "il corpo della ragazza è troppo importante per la silicon life society. l'adattamento al virus 6s6, è un processo che va in ogni modo evitato. per questo lo stiamo studiando, nei nostri laboratori."
"siete malati di mente!" intervenne puck furioso "ti veniamo a prendere, stanne certa!" aggiunse grugnendo.
"vi lascio ai miei giocattoli hahahahhahaha, buon divertimento!" rispose madame salomè.
poi la volta tornò a riflettere le luci delle torri illuminate, ricreando l'effetto di un cielo lontano, stellato e notturno.
"siamo dentro una prigione virtuale, come faremo ad uscire da qui?" chiese puck apprensivo.
"non ne ho idea, quella psicopatica ha detto che aki si trova molto vicino. probabilmente anche il suo ghost è intrappolato qui dentro, mentre studiano il suo corpo nei loro laboratori" rispose bash.
"cerchiamola e pensiamo a una soluzione" aggiunse il chimerico.
si diressero verso la torre illuminata più vicina. varcarono l'ingresso rettangolare per trovarsi all'interno di una camera ampia circa 9 metri. strisce di luce viola sul soffitto fornivano illuminazione all'ambiente. la camera era invasa da fischi, beep e suoni indecifrabili e diverse uscite la connettevano ad altre camere simili. esplorarono diverse stanze, praticamente identiche alla prima. la torre sembrava essere essenzialmente un unico gigantesco macchinario integrato, e le sue componenti interne, erano proprio le stanze interconnesse tra loro. la funzione della gigantesca macchina non era per niente evidente. vi erano in alcune stanze, degli annullatori di gravità, che permettevano di spostarsi ai piani superiori e quindi inferiori. bash e puck si portarono al piano superiore utilizzando uno di questi dispositivi. un cilindro alto 1 metro si materializzò su una piattaforma, all'interno della stanza successiva e venne afferrato da braccio telescopico per essere poi introdotto in una macchina vicina. una delle aperture, che connetteva la stanza alla camera adiacente, era ostruita dai resti bruciati e distrutti di quello che sembrava un automa guardiano. passarono di camera in camera senza ben capire dove li stava portando l'esplorazione.
"non credo ci sia molto di utile dentro questa torre. ci sono solo questi idecifrabili macchinari, che la compongono" disse bash.
"a cosa serve questa gigantesca macchina? siamo in una prigione virtuale, che senso ha tutto questo?" disse puck.
"la complessità di questa struttura e dei macchinari che la compongono rivela solo l'oscurità della mente di chi l'ha creata" rispose bash "non possiamo sapere a cosa servono queste torri, magari è solo caos creativo, la strega cyborg si diverte a giocare a fare dio e a creare il suo piccolo mondo virtuale in cui tortura i suoi prigionieri.." aggiunse il cyber samurai.
il cyber samurai e il chimerico, usarono l'annullatore di gravità della stanza adiacente, per scendere al piano inferiore e uscire dalla torre. varcarano l'uscita rettagolare e fuorono nuovamente sulla strada nera, fatta di quello strano materiale plastico, quando avvistarono la ragazza. la videro proprio al centro dell'incrocio, che la strada dove si trovavano formava con una strada trasversale, a circa una trentina di metri di distanza. era inseguita da un gruppetto di piccoli esseri saltellanti. sembravano silicon imp, folletti di silicio. in questo caso fedeli e precise riproduzioni virtuali. queste creature di silicio minori, somigliavano a nani o folletti, con la caratteristica di avere corpi neri e crani pelati e bianchi di silicio. crudeli e vigliacchi, erano utilizzati dalla silicon life society, per gestire macchinari, rovistare nei campi di battaglia, spiare i nemici e a volte, come in questo caso, torturare prigioniri. si trovano spesso nei labirinti di silicio, perché avevano sempre troppa paura di avventurarsi all'esterno da soli. bash fu fulmineo, estrasse la pisola gbe e sparò contro il gruppo di nani cyborg. lo strale di materia oscura concentrata, esplose al centro del piccolo attruppamento, annientando e spappolando i corpi, delle piccole creature di silicio.
attraversarono l'incrocio, passando tra i cadaveri maciullati, dei piccoli silicon imp. superarono teste carbonizzate, arti e braccia fumanti, poi svoltarono nella strada in cui precedentemente avevano visto scappare la ragazza. era accucciata vicino la porta chiusa di un'abitazione e aveva presumibilmente perso i sensi, a causa dell'esplosione, generata dal raggio ad energia gravitazionale.
"prendila, non restiamo qui" disse bash rivolgendosi a puck.
"dove andiamo?" chiese il chimerico.
"andiamo a vedere cosa c'è in quella torre" bash indicò la torre più alta, che si trovava al centro dell'enorme cripta.
puck sollevo aki, come fosse un fuscello e se la caricò su una spalla. il cyber samurai e il pandoide si avviarono a passo veloce verso la gigantesca torre. nonostante fosse non illuminata, la torre era accessibile e le entrate dell'androne erano spalancate. l'interno della torre, era quasi del tutto buio, se si eccettuava una bizzarra macchina, rabberciata con cavi, megaplast e pezzi di metallo, posta sotto una manciata di alti pali. la cima di queste lunghe antenne, che quasi raggiungevano l'alto soffitto, diffondeva illuminazione di varia intensità. su un disco di fluido ondulante, posto sopra la macchina, fluttuava una figura femminile, dai lineamenti disumanamente squadrati, a cui mancavano entrambe le braccia. sembrava come imprigionata in un cilindro di energia. poteva essere forse un'automa, ma i lievissimi ed estemporanei glitch, che apparivano per brevissimi istanti, nella sua immagine facevano presupporre a qualcosa tipo una proiezione fantomatica, presumibilmente all'avatar di un'intelligenza artificiale. l'idea iniziale era stata forse quella di convincere la stessa i.a., almeno nelle prime fasi della prigionia, di trovarsi ancora nella realtà di base, e quasi certamente quella, era una riproduzione fedele, di quello che abitualmente era proprio il suo avatar. cosa successa anche per bash, puck e per la piccola aki.
la creatura fantomatica, muoveva le labbra, senza emettere suoni. sembrava anche provare a muoversi. ma era come se il cilindro energetico, in cui era imprigionata. non le permettesse libertà, nè di espressione nè di movimento.
"forse dovremmo liberarla" disse puck.
"dovremmo si, se fosse un'i.a., potrebbe aiutarci ad uscire da questa criptosfera" rispose bash "dovrei trovare un modo per hackerare questo macchinario, non credo sia facile, nè disattivare quel cilindro di energia, nè farlo senza attirare l'attenzione, della folle cyborg e delle sue orripilanti creature"
"dove mi trovo? puck! sei tu?" aki nel frattempo si era ripresa.
"siamo venuti a liberarti piccola" rispose rincuorante puck.
"aiutatemi vi prego, sono intrappolata in questo mondo da anni!" rispose aki.
"come da anni?" chiese gentilmente puck, mostrando stupore.
"mi nascondo, ma riescono sempre a trovarmi, poi mi torturano, uccidono e rinasco sempre qui" aggiunse la ragazza.
"il tempo in questa realtà potrebbe essere accellerato, per noi sono passate ore nella realtà di base, per lei mesi e forse anni" ipotizzò il cyber samurai.
"provo a liberare quell'essere dalla sua prigione energetica" aggiunse bash.
il quadro di comando, si presentava in maniera abbastanza criptica, agli occhi del giovane samurai; pulsanti luminosi, leve e terminali video, per quanto risultassero, nelle forme alieni e bizzarri, in qualche modo ricordavano a grandi linee la tecnologia della città nella realtà di base. bash estrasse un piccolissimo jack, collegato a un filo, da uno slot alla base del collo e lo inserì in un ingresso del macchinario, interfacciandosi al pannello di comando. iniziò immediatamente ad elaborare dati e a superare barriere cibernetiche. era come trovarsi in un labirinto di informazioni, che aveva ora assunto, la forma di una realtà tridimensionale, fitta di ostacoli, firewall e insidie cibernetiche. la capacità di hacking del cyber samurai era rinomata in tutta la città. passarono alcuni minuti tra tecniche di elusione, exploit pirotecnici, buffer overflow e violazioni non rilevate. poi il cilindro energetico svanì. bash passò i restanti attimi della cyber scorribanda a ripulire le tracce dell'intrusione, poi disinserì il jack.
la figura fantomatica, discese dal macchinario fluttuando e si posizionò, a pochi metri, da bash, puck e aki.
"vi ringrazio.. mi avete liberata. se non volete essere rivelati e volete uscire da questa prigione, abbiamo poco tempo. posso interfacciarmi con il meccanismo di trascrizione della personalità e invertire il processo. dovete correre subito al tunnel dei riflessi. da li in poi, ci penserò io. il tempo, nella criptosfera di madame salomè, è accellerato. questo ci fornisce un vantaggio notevole e dobbiamo sfruttarlo velocemente. so già chi siete e perchè siete qui, se volete salvare la ragazza, dovete muovervi in fretta" disse l'avatar fantomatico guardando verso aki.
"chi sei tu, perchè ci stai aiutando?" disse bash.
"sono mensab, sono un'i.a., mi avete liberata, anche io combatto l'occhio che tutto vede. andate ora e in fretta! vi aiuterò anche fuori di qui, disconnettendo lucifer, l'i.a. malefica che controlla la silicon life society e le creature di silicio" rispose mensab.
"non so di cosa tu stia parlando, ma non possiamo che fidarci di te.. allora a presto e grazie!" disse bash, facendo un segno ai suoi amici. poi puck sollevò aki di peso e si lanciò insieme al cyber samurai, fuori dalla torre nera.
uscirono dalla torre, correndo forsennatamente in direzione del tunnel dei riflessi. superarono alcune stradine contorte, correndo su quella strana pavimentazione plastica. arrivarono dove i silicon imp erano stati deflagrati, dalla pistola bge di bash. notarono come l'asfalto nero, che era stato distrutto, insieme ai piccoli corpi delle viscide creature, ora si fosse ricomposto e apparisse nuovamente liscio ed integro. lo notarono mentre correvano senza fermarsi. poi la videro... alla loro destra, lontano un centinaio di metri, un'enorme figura, si stagliava tra le torri. due enormi occhi rossi elettronici ora guardavano verso di loro. era alta almeno 10 metri. l'aspetto di un gigante umanoide, la testa fluttuante, somigliava a un teschio, aderendo al corpo attraverso una serie di filamenti, tramite i quali, scambiava presumibilmente informazioni e sostanze nutritive. la testa sembrava nullificare la gravità e fluttuare in aria, grazie a qualche sorta di potere psichico. erano stati individuati. la gigantesca creatura iniziò a spostarsi verso di loro, ignorando gli ostacoli che le si presentavano innanzi. torri e case della città, furono spazzate via e distrutte dall'avanzare inesorabile e furibondo, della gigantesca creatura. dovevano fare in fretta.
aumentaro il passo, cercando di distanziare il mostro. questi sembrava avvinarsi comunque, anche se lentamente, devastando fabbricati e torri che crollavano a destra e a manca. nella realtà di base, prima o poi se ne sarebbero accorti e sarebbe stata la loro fine. madame salomè avrebbe bloccato mensab e la loro fuga. sarebbero stati confinati nella criptosfera per sempre almeno fino a quando, i loro corpi fossero stati mantenuti in vita. dovevano fare in fretta. le cose, all'improvviso però, precipitarono. sentirono piccoli rumori, alle loro spalle, crescere di intensità. rumori di passi veloci, silicon imp, folletti di silicio. erano a centinaia, come un fiume di insetti che inondasse, straripando, le strade della città delle torri. poi comparvero anche davanti e infine nelle due strade ai lati dell'incrocio che stavano attraversando. forse in reazione alla rilevazione da parte del mostro sentinella. covergevano su di loro, inesorabili, mentre la gigantesca creatura, continuava ad avanzare, devastando la città.
"siamo circondati!" urlò puck.
"randori.." rispose bash impugnando la katana gbe.
"randori? cosa stai dicendo?" disse puck, poi fece scendere aki e la mise per terra, al centro tra lui e bash. la ragazza si rannicchiò terrorizzata.
"sei nel centro del ciclone, randori.. non può accaderti nulla" aggiuse il cyber samurai fatalista e scavezzacollo. poi calò un fendente dall'alto verso il basso esplodendo un raggio di energia gravitazionale nella direzione della strada, davanti a loro. la lama energetica impattò furiosamente sulle centinaia di silicon imp che sbarravano loro il passo, tagliando, disintegrando e carbonizzando corpi, facendo esplodere teste, squarciando membra e gambe, in un massacro cyborg senza fine. come un mare di silicio aperto in due da un misterioso potere divino, davanti a loro, la strada, era ora libera. ma gli altri folletti di silicio nelle strade laterali e dietro di loro e il mostro stesso erano ormai vicinissimi. anche correndo oltre ogni loro capacità, sarebbero stati raggiunti e massacrati in pochi secondi. accadde però l'imponderabile, il provvidenziale : come un film messo in pausa all'improvviso, la realtà virtuale si cristallizzò. i silicon imp si bloccarono, il mostro fermò la sua avanzata, una torre pochi attimi prima abbattuta arrestò il suo crollo a mezzaria.
"cosa sta succedendo?" chiese puck.
"è mensab, ha fermato alcuni processi di base della criptosfera, andiamo adesso! non fermiamoci!" urlò bash e riprese a correre.
puck sollevò nuovamente aki e seguì frettolosamente il compagno d'avventura.
corsero per altri minuti, come ladri in fuga nella notte, raggiungendo il pendio dei detriti proprio mentre, la realtà della criptosfera, riprendeva il suo corso. sentirono i boati delle torri che crollavano abbattute dal mostro che aveva ripreso l'inseguimento insieme ai mostriciattoli di silicio. all'improvviso, una forza tremenda, come in una potente suzione, a cui non ci si poteva, anche volendo, opporre, sollevò i corpi di puck, bash e aki da terra, risucchiandoli all'interno del tunnel dei riflessi.
si risvegliarono dopo attimi di confusione e riflessi di luce accecanti, in un risalita impetuosa all'interno del tunnel nero e lucido. si trovavano in una stanza buia e piena di luci elettroniche, distesi su pannelli di metallo, collegati, attraverso elettrodi e cavi contorti, a giganteschi e alieni macchinari. bash era senza casco e senza le sue armi gbe. puck era li vicino, anch'egli disteso su un pannello di freddo metallo. aki però.. non c'era.
"siamo nella realtà di base" disse il cyber samurai.
"seguite le mie indicazioni, la porta è aperta, le vostre armi sono qui vicino" sopraggiunse la voce di mensab filrata, da qualche diffusore audio li vicino.
"andiamo a salvare la ragazza!" disse bash determinato.
"puoi contarci!" rispose puck ruggendo.