La Torre di Silicio

(off : prendi un racconto di robert e. howard, uno dei miei scrittori preferiti in assoluto, la torre dell'elefante, inventi nuovi personaggi e rielabori creativamente la storia, per narrarla all'interno di una nuova ambientazione, creata rielaborando quella del mondo del manga blame di tsutomu niehi, mashuppando e cutuppando il tutto per creare un nuovo racconto genere blam punk; tutto questo e molto altro è la torre di silicio, un nuovo brain movie, racconto cinematografico di bassa qualità;; mi sono divertito a stravolgere parole, giocare, copiare, trasformare, combinare, rielaborare il testo di howard, inventare nuovi passaggi, nuovi personaggi e nuove situazioni; il racconto è ambientato nel mondo di blame!, di tsutomu nihei e del gioco di ruolo by forum blam punk, che trovate nella home)

capitolo 1

megastrutture di metallo, pareti invalicabili che ti affossano, tubazioni come arterie in un corpo robotico gigantesco attraversate da liquami radioattivi e vapori caldissimi, budelli metallici bui e freddi in un labirinto senza fine; la città cresceva e non si fermava.. nessuno sapeva le sue reali dimensioni.. nessuno poteva fermare i costruttori : un'espansione cancerogena incontrollata alimentata da generatori autonomi di energia e materie prime provenienti da altri pianeti e forse da altre dimensioni;


il costruttore riparava una parte della parete metallica danneggiata durante una battaglia tra safeguard sterminatori e combattenti elettro-pescatori; si muoveva insettoide lungo la facciata di metallo come un gigantesco millepiedi. un enorme tekton miriapodico indaffarato nella ricostruzione di quel settore, che eseguiva ottusamente uno dei subprogrammi di manutenzione, subordinati al processo init di espansione della città. un processo ormai totalmente fuori il controllo della autorità governante, un'espansione senza fine che durava da millenni;

le luci al neon sfarfallavano incerte e tetre sulle gozzoviglie del mol, una zona del livello 71337, dove ladri e piccoli criminali r-human, facevano sempre baldoria; nel mol potevi gozzovigliare e urlare a piacimento, perchè i guerrieri elettro-pescatori dei villaggi vicini, occupati a difendere la propria gente, evitavano quel posto e non interferivano con certi divertimenti notturni; lungo le tubazioni e i budelli di metallo, tra rifiuti e pozzanghere di fango indefinibile, loschi figuri avanzavano barcollando chiassosi e ubriachi urlando a squarciagola; le urla rimbalzavano in una cacofonia di echi molesti mentre la traballante luce dei neon e dei led sparsi secondo pattern caotici, scaturiva sprettrale a illuminare ambienti semi vuoti e ampi;

in una di queste tane, una sorta di bar fatiscente, dove l'allegria sintetica e etilica rimbombava fino al soffitto macchiato di fumi drogati, c'erano furfanti di ogni risma e cenciosità: furtivi ladri di dati, biechi rapitori di infanti r-human, hacker dalle dita veloci, spavaldi bravacci punk con le loro amanti stridule, vestite di nera pelle sintetica. i furfanti originari della zona erano in maggioranza cloni tribali dagli occhi scuri, che portavano vibrolame alla cintura e insidia nel cuore.

ma c'erano anche altri individui che provenivano da altre zone di quell'ampio livello, forse anche da altri livelli; un misterioso e silenzioso figuro in un angolo del locale, nascondeva il viso e i lunghi capelli corvini sotto un casco nero striato di bianco; portava alle spalle quella che sembrava una vecchia spada giapponese da samurai; nel mol, come in ogni altra parte della città, gli r-human portavano apertamente con sè armi da fuoco e lame vibranti; era da folli aggirarsi per i livelli della megastruttura senza qualcosa con cui potersi difendere, spietate creature di silicio e safeguard impazzite erano sempre in agguato; una ragazza xfolk, una volta appartenente alla tribù dei painted people, sedeva sulle ginocchia di un fulvo spaccone ribaldo;

il grasso e volgare furfante, i cui motteggi osceni causavano tutti quegli scoppi di ilarità, era un ladro di dati professionista, venuto dal livello superiore a insegnare forse, l'arte di rubare mem ai suoi compari meno esperti; interruppe uno dei suoi racconti e cacciò il muso in un enorme boccale di liquido schiumoso. poi, soffiando la spuma dalle grasse labbra, disse:

"per tutte le i.a. della netsfera, farò vedere a voi tutti come si rubano mem; avrò tante di quelle memorie e di tale qualità che faranno la fila per cercarmi" disse baciando la ragazza e ridendo spaccone
"conosco dei signori ai livelli superiori che per i miei mem darebbero il segreto della torre di silicio" disse, ritornando al suo boccale.

passarono alcuni attimi, poi un tocco sulla manica della giacca di pelle gli fece voltare la grassa e barbuta faccia, torva per l'interruzione. da dietro la visiera del casco, riflessi fugaci, verdi e roventi incrociarono il suo sguardo accigliato; il giovane alto e forte stava in piedi dietro di lui. l'individuo era fuori posto in quel covo di blatte come un lupo nero in mezzo a rognosi topi di fogna. la scura skinsuit disegnava linee slanciate di un corpo atletico, agile, non eccesivamente muscoloso.

"parlavi della torre di silicio" disse il ragazzo dai capelli lunghi, pronunciando le parole, calmo e sicuro di sè "ne ho sentite dire molte su quella torre; qual è questo segreto?" il comportamento del ragazzo non sembrava minaccioso, e il coraggio dello spaccone era sostenuto dalla bevanda alcolica e dall'evidente approvazione dell'auditorio. si gonfiò d'orgoglio.

"il segreto della torre di silicio?" esclamò. "ogni sciocco sa che quella torre nasconde qualcosa di molto prezioso... lo chiamano il cuore di silicio, custodito gelosamente da yara, il sacerdote cyborg, insieme ai suoi servili adepti : alcuni dicono si tratti di un modulo di login per accedere alla netsfera e alle aree governative bypassando il sistema di controllo delle safeguard, altri parlano di un database inaccessibile pieno zeppo di mem di altissima qualità, altri ancora del segreto per fermare l'espansione della città, chi può mai saperlo?";

il ragazzo sembrò rimuginare la notizia per alcuni istanti. "ho visto la torre" disse. "è situata in un ampia sala nei piani alti di questo livello, a cui si accede attraverso un complesso labirinto di condotti e budelli carnosi. non ci sono mura e non ho visto nessuna guardia. perché nessuno ha mai provato a rubare questa cosa?"

il grassone rimase a bocca aperta di fronte a tanta ignoranza, poi scoppiò in una fragorosa risata di derisione a cui si unirono gli altri.

"sentitelo, questo buffone!" tuonò. "vorrebbe rubare il cuore di silicio! ascolta amico.." disse, volgendosi solennemente verso l'altro, "suppongo che tu provenga dai livelli inferiori"

"non sono di questo livello" rispose il giovane da dietro il casco, con un tono ora nient'affatto amichevole; la voce risultava ovattata dalla visiera;

"allora presta orecchio e impara il buon senso, ragazzo" disse, puntando il boccale verso l'arrogante giovane. "sappi che in questo livello e qui nel mol ci sono ladri più audaci che in qualsiasi altra parte della città. se un r-human potesse impossessarsi del cuore di silicio, sta certo che sarebbe già stato rubato; se non vedi guardie fuori la torre, non vuol dire che non ce ne siano al suo interno, e una creatura di silicio e molto diversa da una guardia umana; da quel che si dice questa cosa è conseravata nella parte alta della torre quindi ne dovresti superare diverse"

"ma se un uomo riuscisse a arrivare alla torre" riflettè il ragazzo, "perchè non arrivare al cuore di silicio passando dalla cima della torre e evitare così quelle creature?"

di nuovo il fulvo bravaccio lo fissò. "ma ascoltatelo!" urlò fragorosamente. "il ragazzo si crede una manta volante, capace di volare fino al parapetto della torre di silicio, che è alta appena 50 metri e che ha i fianchi arrontondati e levigati come vetro!"

il giovane si guardò torvamente in giro, imbarazzato per le risate ironiche che salutarono questa osservazione;
lo spaccone decise di pungolarlo ancora. "vieni! vieni!" gridò. "dì a questi poveri amici, che fanno i ladri da prima che tu fossi generato.. dì come vorresti rubare il cuore di silicio!"

"c'è sempre un modo, se il desiderio si accompagna al coraggio" rispose brevemente e seccamente il ragazzo. il fulvo e crestato punk, volle intenderla come un'offesa personale. la sua faccia barbuta si fece rossa di collera.

"come!?!" ruggì il grasso uomo "osi forse dichiarare che sono un codardo!!!?" e fece per spingere violentemente il giovane samurai vestito di nero; questi fù più lesto del ciccione, intercettò una delle sue mani e afferrando il flaccido braccio con una forza soprendente e inaudita lanciò il grassone punk contro la parete opposta del locale a circa 10 metri di distanza; la ragazza che era seduta sulle sue ginocchia cadde rovinosamente per terra; l'impatto del ciccione fù violentissimo e devastante, il corpo dell'uomo impattò contrò la parete di pietra del locale aprendo diverse crepe sul muro e poi crollò privo di sensi al suolo immobile in una nuvola di polvere e pezzi di intonaco marcio, paralizzando e terrorizzando gli astanti; un silenzio gelido calò come la lama di una ghigliottina nella sala;

"non vi chiederò la cortesia di farvi avanti uno alla volta... attaccatemi tutti insieme!!!" il giovane urlò rabbioso estraendo la lama della katana e mettendosi in attesa, gli occhi verdi sotto la visiera ruggivano furiosi;

uno degli astanti, presumibilmente uno dei tirapiedi del grassone fanfarone, fece per tirare fuori un'arma da fuoco, ma riuscì appena a estrarla dalla giacca di pelle; l'agile giovane repentinamente menò la lama nell'aria in un fendente verticale da cui esplose una furibonda onda energetica; la lama di energia passò a pochi centimetri dal ladruncolo e andò a devastare la parete opposta crepandola in più parti in un boato assordante; il ladruncolo malintenzionato atterrito non perse un attimo e corse a gambe levate verso l'uscita;

le altre pareti del locale subitaneamente si inclinarono e la folla degli astanti terrorizzati ondeggiò selvaggiamente verso l'uscita; gli scossoni dell'onda energetica prodotta dalla katana gbe del giovane, mandarono a puttane il sistema energetico del locale che piombò nell'oscurità, rotta da un rumore di panche rovesciate, dallo scalpiccio degli avventori che fuggivano, dalle urla e dalle imprecazioni di persone capitombolate l'una sull'altra;

quel fatiscente bar collassò in pochi attimi su se stesso trasformandosi dalla topaia che era, in un cumulo di macerie di cemento armato e polvere...

"ehi come ti chiami?" chiesero due ragazzi più giovani e più curiosi una volta fuori al sicuro rivolgendosi al ragazzo con il casco; "akira basho, ma potete chiamarmi bash" rispose il giovane.. rivolse ancora un attimo lo sguardo verso lo scheletro di quel rudere pericolante, incrociando per brevi attimi le occhiate terrorizzate degli altri sopravvissuti.. poi accese la sua rombante moto e scomparve nell'oscurità;


capitolo 2

lo stelo oscuro della torre sorgeva gelido tra le luci sintetiche perimetrali. si diceva fosse fatto esternamente di carbonio e cobalto, e internamente di silicio. la torre era rotonda, come un affusolato e perfetto cilindro, era alta 50 metri circa, e i suoi bordi, ricoperti di led, pulsavano e rifulgevano luce azzurrina, spettrale; si ergeva in mezzo a scheletrici alberi di silicio, di una sorta di giardino artificiale sintetico che si trovava in alto rispetto all'altezza media del livello 71337. un muro chiudeva il giardino, e fuori del muro c'era un pendio, anche questo chiuso da un muro. sembrava che la torre fosse sprovvista di finestre, almeno al di sopra del livello del muro più interno. i led splendevano freddi nell'enorme caverna che la ospitava.

bash strisciò fino alla barriera e si fermò a guardarla. era alta, ma avrebbe potuto spiccare un balzo e afferrarsi al bordo. poi sarebbe stato un gioco da ragazzi saltare dall'altra parte. non dubitava di poter superare così anche l'altro muro. ma esitò al pensiero degli strani pericoli che lo attendevano all'interno. quelle creature gli apparivano pericolose e misteriose; non erano umane, o almeno non più e ormai da millenni; erano il prodotto di un antico culto, così misterioso, che non si avevano informazioni a riguardo e nessuno sapeva quando e come si fosse formato durante la fase iniziale di costruzione della città. queste creature volevano impossessarsi della tecnologia per estirpare la vita umana dalla carne, un sistema di dispositivi in grado di riplasmare il corpo umano in una forma sintetica, cosa che a quel tempo era considerata eretica per la autorità senziente. il culto , grazie al tradimento di un intelligenza artificiale, era riuscito a appagare questo desiderio rubando la tecnologia per la trascrizione della personalità all'iniziale autorità governante. con questa tecnologia le creature di silicio infiltrarono, corruppero e infine distrussero tutti gli organi di potere della città, trasformando interi livelli in ossari. cercando di estirpare la vita umana dalla carne, sovvertirono i sistemi di sicurezza delle safeguard, progettati per proteggere gli esseri umani, rivoltandoli contro i loro creatori.

bash pensò a yara, il grande sacerdote della chiesa di silicio, che lanciava strani malefici dalla sua torre, e i capelli gli si rizzarono in capo ricordando quanto gli aveva narrato diversi giorni prima un xfolk ubriaco: come yara avesse più volte riso in faccia all'autorità governante e come distruggesse impietosamente i suoi nemici; con uno strano dispositivo energetico lanciava raggi accecanti sui malcapitati di turno, che urlavano tra dolori lancinanti, ed erano abbattuti al suolo come fuscelli per diventare in pochi istanti cumuli secchi e anneriti. o trasformava le sue vittime, con il virus 6s6, in droni incapaci di intendere e di volere, tempestandole di aghi infetti;

con il passare dei secoli, le creature di silicio erano riuscite a vincere la guerra contro l'assopita autorità governante e a impossessarsi della netsfera, dalla quale adesso, potevano controllare il sistema delle safeguard e gli esseri umani dronificati con il virus 6s6; tutti gli esseri umani dronificati, potevano ora accedere alla netsfera e ricevere ordini; gli esseri umani che però si erano adattati al virus ed erano evoluti, anche se molto rari, non erano più controllabili anche se potevano ancora accedere alla netsfera; per questo costituivano una minaccia per il nuovo potere di silicio;

bash superò il primo muro facilmente e iniziò a spostarsi furtivamente lungo il pendio nascondendosi dietro a quegli strani alberi di metallo; aveva quasi raggiunto il secondo muro quando aguzzando gli occhi nell'oscurità, colse il giuzzo di un movimento; estrasse la katana e si spostò. non fece più rumore di una pantera acquattata furtivamente nella notte, eppure l'essere lo udì. bash ebbe la rapida visione di una massa addossata al muro e intuì nella forma qualcosa di familiare; poi il panda si girò velocemente traendo un respiro rotto dal panico, accennò a tuffarsi verso bash, con le braccia tese, ma indietreggio quando scorse la katana illuminata dalla luce spettrale dei led. per un istante pieno di tensione nessuno dei due parlò.

"bash?" sibilò l'enorme panda
"puck?" chiese bash con un bisbiglio sospettoso

gli rispose una bassa risata. puck era alto oltre due metri e decisamente più pesante; era corpulento e grasso, ma ogni suo movimento suggeriva l'idea di un indefinibile e dinamico magnetismo che si rifletteva nei suoi occhi acuti, scintillanti di vigore persino alla luce sintetica e spettrale di quei led. era scalzo e aveva in una zampa un lungo jo e in un rotolo ciò che sembrava essere una corda sottile ma resistente, annodata a intervalli regolari; alla cintura poi aveva uno strano tubo di metallo;

"che ci fai qui puck? ti credevo ancora alla cittadella." disse bash

"beh la storia della torre di silicio mi ha incuriosito e alla cittadella avevo cosi poco da fare e tanto tempo per farlo che.. ah" rispose l'enorme pandoide antropomorfo terminando la frase con quella strana risata monca; "mi sono detto, magari bash ha ancora bisogno del mio aiuto"

"ho sempre bisogno di una delle tue zampacce pelose, grosso sacco di pulci" bash da dietro la visiera del casco, sembrava divertito e felice di aver nuovamente incontrato l'enorme chimerico;

"sono venuto a cercare il modo di rubare il tesoro di yara: quello che gli uomini chiamano il cuore di silicio." akira vide il chimerico scuotersi per le risate, ma non erano risate di derisione. "ah.. ah.. non ti avevo ancora visto e pensavo di intraprendere da solo questo furto."

"adesso ascoltami. stiamo sprecando tempo in questa maledetta discussione. non ci sono guardie nel giardino interno, nessuna guardia umana intendo, sebbene ci siano sentinelle più mortali. è la loro presenza che mi ha fermato così a lungo, ma alla fine ho scoperto il modo di evitarle." disse puck
"e i guardiani nella parte bassa della torre?" domandò il centauro
"yara abita nelle camere superiori. dall'alto andremo e dall'alto ritorneremo, spero. non chiedermi come. ho trovato il modo. passeremo dalla cima della torre e faremo a pezzi lo stregone prima che possa lanciare uno dei suoi infernali incantamenti su di noi. tenteremo, almeno; c'è la possibilità che ci tramuti in creature aberranti, certo, ma c'è la possibilità di recuperare il cuore di silicio." propose il chimerico
"farò tutto quello che un uomo può fare" disse bash
"allora seguimi." e, voltandosi, puck spiccò un balzo, si aggrappò al muro e si tirò su. l'agilità del pandoide era sorprendente, considerata la sua mole; sembrava quasi volare sul bordo del muro. bash lo seguì: appiattiti sulla sporgenza, discussero con cauti bisbigli.
"non vedo luci" borbottò bash. la parte bassa della torre appariva uguale alla parte visibile dall'esterno: un cilindro perfetto e splendente, senza nessuna apertura.

il giardino era un vago insieme di ombre dove pietre sintetiche di megaplast e alberi di silicio senza vita, come guardie silenziose, apparivano immobili alla luce elettronica e spettrale dei led; l'animo circospetto di bash avvertì un'aura di minaccia che incombeva. avvertì come lo sguardo bruciante di occhi inosservati e colse un sottile sentore che istintivamente lo mise in allerta;

"seguimi" mormorò puck; stai dietro di me, se ci tieni alla vita.
"non starai esagerando puck? non sono mica un cucciolo di panda" rispose ironico lo scaltro motociclista;
prendendo dalla cintura quello che sembrava un tubo di metallo, il chimerico si lasciò cadere agilmente sul pavimento di megaplast oltre il muro. bash gli fu dietro, la katana gbe pronta; puck però lo spinse contro il muro, non mostrando alcuna intenzione a proseguire.

il suo atteggiamento tradiva una aspettativa piena di tensione e lo sguardo, come quello di bash, era fisso sull'ombrosa massa che si stagliava alcuni metri più avanti.

poi sei grandi occhi, divamparono rossi nell'ombra e dietro di loro altre scintille di fuoco brillarono nell'oscurità. rumori metallici seguirono quell'apparire improvviso di globuli vermigli e elettronici;

"aracnoreiv!" bisbigliò bash.
"si. ecco perché non ci sono guardie nel giardino."
bash contò gli occhi, rapidamente. ogni cyber insetto ne aveva 6, famelici e maligni;
"ne vedo cinque, ma può darsi che ce ne siano altri dietro nei paraggi; ci attaccheranno in un attimo."

"zitto!" bisbigliò puck e si scostò dal muro, cauto, come se stesse camminando sulla lama di un rasoio, sollevando il sottile tubo. gli occhi lucenti si mossero in avanti. bash avvertiva la presenza delle loro mascelle bavose e delle loro zampe artigliate e affilate. la tensione crebbe nell'aria: il centauro impugnò la katana aspettando la carica e l'urto irresistibile di quei giganteschi corpi insettoidi.

poi puck premette il pulsante sul tubo. un lungo getto di polvere metallica uscì dall'estremità del tubo e si gonfiò immediatamente, formando una sottile nuvola che si posò sugli scheletrici alberi di silicio e sulle creature robotiche. puck ritornò velocemente verso il muro. bash lo fissava senza capire.
"che cos'è quella nebbia?" chiese il centauro con inquietudine.
"nanomacchine elimina cyborg! ah!"

restavano sospesi nell'aria solo alcuni spettrali frammenti grigi; poi anche quelli sparirono e puck fece cenno al suo compagno di proseguire. si avvicinarono furtivamente e bash rimase senza fiato. cinque grandi ragni robot immobili e accasciati: il fuoco dei loro occhi elettronici ormai spento per sempre. un sentore metallico persisteva nell'aria.
"sono morti senza emettere alcun suono!" bisbigliò il centauro. "puck, che cos'era quella polvere?"
"nanoparticelle robot, si introducono nel corpo dei cyborg e lo uccidono, disabilitando in pochi attimi i loro circuiti elettronici; sono molto rare; le avevo da tempo e aspettavo solo l'occasione giusta per utilizzarle"
bash si inginocchiò tra le gigantesche forme, accertandosi che gli enormi ragni cyborg fossero ormai davvero incapaci di far male.

"perché non ammazzi allo stesso modo le creature di silicio nella torre?" chiese.
"perché erano le uniche nanomacchine che avevo. per ottenerle ho dovuto compiere un'impresa sufficiente a farmi diventare famoso tra i ladri più grandi delle megastruttura. ma vieni, vogliamo sprecare la notte a discutere?"

superarono le carcasse di metallo degli aracnoreiv e scivolarono attraverso gli immobili alberi di silicio sino alla base della torre; puck con un cenno che ingiungeva il silenzio, srotolò la corda annodata che a un capo portava un robusto rampino d'acciaio; bash capì ciò che il chimerico pandoide voleva fare e non pose domande, mentre questi afferrava la corda nei pressi del rampino e cominciava a farla ruotare sopra la testa;

lanciò la corda con un movimento armonioso e leggero. il gancio descrisse una curva avanti e indietro in modo curioso, difficile da descrivere, e svanì oltre il bordo illuminato elettronicamente; fece presa, poiché resistette a un cauto strattone e anche gli strattoni robusti non lo smossero.
"successo al primo lancio" mormorò puck. "io.."

l'enorme ragno robot fù silenzioso e veloce, in un attimo li raggiunse senza far alcun rumore; i 6 occhi rossi, brillavano incendiati da rabbia elettronica, le zampe anteriori sollevate pronte a squarciare carne e portare la morte come falci impietose; nessun r-human avrebbe potuto muoversi così velocemente come fece il centauro; la sua lama scattò nella luce spettrale e elettronica dei led esplondendo un onda energetica devastante; il corpo del ragno robot venne investito dal taglio di energia e si spaccò in due deflagrando rumorosamente;

imprecando incoerentemente tra sè, puck venne sbalzato dalla detonazione improvvisa e rimase per un attimo appeso alla corda che stringeva nella zampa pelosa; bash venne avvolto dalla nube esplosiva e cadde rotolando agilmente all'indietro a pochi metri; il forte boato aveva forse messo in allarme le creature di silicio; avrebbero dovuto arrampicarsi il più in fretta possibile;

"sei ferito?" ansò puck, ancora sbalordito dalla fenomenale velocità con cui si era svolto l'incidente.
"per tuttle le i.a della città, no!" rispose l'r-human. "ma mai, in una vita tutt'altro che tranquilla, ci sono andato così vicino."
"i guardiani di silicio forse avranno udito. quell' aracnoreiv si trovava in qualche altra parte del giardino ed è sfuggito al polline di nanomacchine mortali; magari ce ne sono altri. forza! arrampichiamoci con questa corda; è fatta di materiale sintetico ultraresistente"
"se regge il tuo peso non ho alcun dubbio.. ahah" punzecchiò bash
"andrò io per primo, tu seguimi subito." rispose puck

il chimerico afferrò saldamente la fune e, piegato un ginocchio attorno ad essa, cominciò a salire; salì come un enorme gattone, smentendo la goffagine della sua mole. poi salì il centauro r-human.

la corda oscillava e girava su se stessa, ma i due scalatori non portavano pesi e entrambi avevano già affrontato scalate peggiori;il bordo luminoso e azzurrino, ornato da file di led, brillava alto sopra di loro; sporgeva all'infuori e la corda pendeva a circa trenta cm di distanza dalla torre, cosa che facilitava l'ascesa; salivano silenziosamente mentre le luci dell'enorme ambiente in cui si trovavano si allargavano sempre di più sotto di loro; puck allungò una mano, afferò il bordo e lo scavalco; bash si fermò un attimo a contemplare il panorama;

la torre si stagliava al centro della gigantesca grotta di metallo, in cima a una sorta di collina artificiale; la struttura della vasta camera di megaplast e variegate leghe di metallo era alquanto bizzarra; costruita forse millenni prima da qualche costruttore impazzito, vedeva file di led luminosi sparsi ovunque in apparenza senza alcuno schema preciso, lungo le pareti, incastonati su grosse tubazioni di silicio, affiancati a fasci di cavi neri dalle dimensioni più disparate; una parte della caverna era ricoperta da una strana materia organica pulsante luce rosastra; pulsava e si gonfiava come se si stesse espandendo per ricoprire tutte le pareti dell'ambiente; probabilmente ci sarebbero voluti anni;

"vieni" bisbigliò puck "a breve il cuore di silicio sarà nostro!"

bash saltò oltre il muro. la cima della torre era a qualche metro sotto il bordo luminoso; puck ritirata la fune stava riavvolgendola; mostrò a bash dove l'uncino si era impigliato; una frazione della punta era affondata sotto una fila di led luminosi, sul lato interno del bordo;

"la fortuna ci ha sorriso.." mormorò "seguimi, i veri rischi della nostra avventura cominciano adesso, siamo nella tana della silicon life society e non sappiamo cosa ci aspetta.."

davanti al punto in cui erano saliti, sembrava esserci una struttura rettangolare, una camera costruita sul tetto; camminando come gatti neri, scivolarono sul pavimento e si arrestarono davanti alla porta di metallo; c'era una sorta di terminale con un tastierino numerico vicino l'ingresso; bash estrasse un connettore, lateralmente, dal collo e lo collegò al tastierino; passarono pochi attimi, poi la portà si aprì;

"pensavo di doverla abbattere" disse l'enorme panda; "senza di me, saresti spacciato.." aggiunse bash ironico; la stanza era buia e vuota e i due entrarono muovendosi silenziosamente

percorsero delle scale a chiocciola di metallo, per arrivare al piano inferiore, in uno stretto corridoio circolare su cui si affacciavano diverse porte, lungo il perimetro; interruttori rossi autoilluminati permettevano di aprirle facendole presumibilmente scorrere velocemente all'interno della parete di metallo; cavi neri e tubazioni di metallo sfrecciavano caotiche lungo il soffitto del corridoio;

superando una delle porte, i due amici scivolarono all'interno della camera semi buia che si presentava ai loro occhi quasi completamente vuota; proprio al centro del soffitto della stanza circolare che occupava, da sola, l'ultimo piano della torre, bash notò, senza però capire cosa fosse, un curioso disegno nero e di forma ottagonale : una stella ad otto punte, recante al centro quattro splendidi rubini rossi; proprio sotto i quattro splendidi rubini, giaceva sul pavimento un piedistallo cilindrico, sormontato una teca di vetro, sempre cilindrica; all'interno della teca, qualcosa di organico e forse vivo pulsava luce rosastra;

i loro passi agili e felini non facevano alcun rumore sul pavimento di megaplast; tra i cavi e le tubazioni che, anche all'interno della stanza percorrevano soffitto e pareti laterali caoticamente, si trovavano incastonati diversi quadri, ma nulla di più; l'arte rappresentata nei quadri era oscena e inquietante; mostruosità cyborg torturavano e uccidevano r-human ribelli nei modi più impensabili e crudeli; i due avventurieri si avvicinarono al cilindro, avanzavando curvi, sporgendo avanti la testa con precauzione; bash aveva in mano la katana gbe settata alla minima potenza, puck era armato solo del fedele jo, un bastone di legno robusto della lunghezza di un metro e settanta;

un'ombra volante che sfrecciava sul pavimento fu l'unico avvertimento e fu solo l'istinto a salvar loro la vita; ebbero la rapida visione di un orrore metallico e peloso che si agitava dietro di loro e di un rumore di zanne di silicio schiumanti bile cibernetica; qualcosa schizzò sulla spalla pelosa di puck, che era più arretrato rispetto a bash, e subito iniziò a bruciare come gocce di liquido acido e infernale;

tirandosi indietro, con la katana in alto, bash vide l'orrore toccare il pavimento, ruotare e correre velocemente verso di lui con una rapidità spaventosa; era un gigantesco cyber-ragno, molto più grande di quelli incontrati nel giardino, grande come lo si può vedere grande solo in un incubo notturno; era largo quanto un orso e le otto gambe di silicio ricoperte da peluria sintetica, guidavano quel corpo ad un'andatura precipitosa e feroce; quattro occhi, infernali e rossi, splendevano di un'orribile intelligenza, incastonati su una maschera dalle fattezze umane; la maschera di silicio era bianca, inespressiva e serafica; le zanne stillavano veleno flourescente e letale; il cyber assassino si era calato, mediante un pezzo della sua tela sintetica, da un buco nel soffitto, subito dopo che i due avventurieri si erano addentrati all'interno della stanza;

erano stati pazzi a pensare che la stanza alta non fosse ben guardata come quella inferiore;

questi pensieri attraversarono brevemente la mente di bash mentre il mostro attaccava; il cyber-samurai balzò verso l'alto piroettando e il mostruoso ragno passò sotto di lui, ruotò e attaccò di nuovo; puck gli sfuggì con un salto laterale e cerco di colpire il mostro con il jo; colpì ferocemente una delle gambe vicino a una giuntura, guastandola; la creatura fece uno scatto improvviso battendo rabbiosamente le zanne; si voltò e abbandonò improvvisamente il pavimento di megaplast, arrampicandosi lungo il muro fino al soffitto, dove stette rannicchiato per un istante, fissando i due avventurieri ladri, con occhi malvagi e rossi; poi senza alcun preavviso si lanciò nel vuoto, trascinando con sè un filo sintetico e vischioso;

puck indietreggiò per evitare l'urto di quel corpo, poi si piegò freneticamente, giusto in tempo per sfuggire alla trappola della ragnatela volante; iniziò una disperata partita: l'ingegno e la prontezza dei due avventurieri si misuravano con la velenosa astuzia e la velocità del gigantesco cyber-ragno. non si muoveva più sul pavimento in una carica diretta, né si lanciava contro di loro. correva invece sul soffitto e sui muri, tentando di intrappolarli nei lunghi cappi di vischiosa tela sintetica, che lanciava con infernale accuratezza.

quei fili erano spessi come cavi d'acciaio, e una volta attorcigliati su di loro, la loro disperata forza non sarebbe stata sufficiente per liberarli dalle spire, prima che il mostro li colpisse;

questi, con una veloce giravolta, corse sul muro: la tela sintetica, muovendosi sul pavimento come una cosa viva, avviluppò la caviglia di puck. il chimerico cadde, e attuti con le zampe la caduta; cominciò a dare frenetici strattoni alla tela che lo teneva come le spire di un serpente. il mostro cyborg correva giù dal muro verso il panda per completare la cattura e morderlo mortalmente.

spinto dalla concitazione del momento, bash afferrò il piedistallo cilindrico e lo scagliò con tutta la sua forza sovraumana verso la creatura cyborg. il pesante oggetto colpì in pieno la maschera bianca dell'aracnoreiv fracassandola con uno scricchiolio disgustoso e soffocato. liquame acido e umore metallico colarono dalla massa fracassata che cadde al suolo insieme al cilindro e ai mille pezzi della teca di vetro. il ragno giacque immobile vicino al cuore di silicio; le zampe pelose si muovevano vanamente e i rossi occhi morenti balenavano tra circuiti e ingranaggi meccanici senza più energia; il cuore di silicio aveva smesso di contrarsi e pulsare luce rosastra;

"e questo cosa è?" disse puck che si era finalmente liberato dalla ragnatela metallica, indicando l'ammasso di carne sintetica vicino al cyber ragno;
"non lo so, ma ho visto qualcosa di simile nella caverna qui fuori, vicino una parete, che si espandeva lentamente" rispose bash
"non era un inestimabile tesoro... quindi, il cuore di silicio.." aggiunse sconsolato puck
"qualasiasi cosa fosse, ora non possiamo avere risposte, faremmo bene a scappare via, prima che arrivino altre creature di silicio e magari il loro sacerdote, yara.."

bash si voltò e uscì dalla stanza seguito dall'enorme e agile chimerico, imboccando il corridoio e poi la scala per scendere ai piani inferiori. d'istinto e nella confusione ai due non gli venne nemmeno in mente di lasciare la torre per la via da cui erano entrati. scesero per quel tortuoso e scuro pozzo di silicio e arrivarono in una grande stanza vicino i gradini di ingresso della torre. li si fermarono per un istante; erano arrivati nella stanza delle sentinelle. videro il luccichio delle loro maschere bianche di metallo e i loro corpi corazzati da armature nere e variegate. erano tutti rovesciati per terra; bash e puck capirono subito che erano morti. che fosse stata stregoneria, magia o qualche assurdo legame tra quella biotecnologia pulsante luce rosastra ormai fuori uso e la vita non vita di quegli esseri, non potevano dirlo, ma il cammino gli era stato aperto. la porta di metallo era spalancata. bash si diresse verso il giardino di metallo e dopo pochi metri si fermò, come un uomo svegliatosi da un sogno. si girò incerto a fissare l'enigmatica torre che aveva appena lasciato. vide poi quella materia carnosa lungo la lontana parete non pulsare ed emanare più luce, pensò a cosa mai potessere essere e a cosa fosse stato realmente il cuore di silicio; mentre guardava nuovamente la torre, poi, illuminata da luci artificiali al centro dell'enorme sala metallica, per un attimo, gli parve di vedere una figura oscura, fissarlo dal tetto, da occhi rossi e malefici;

corse via da quel posto infernale, insieme al suo amico panda, veloce, superando le mura esterne, agile come una pantera, verso un'altra notte eterna e metallica, nella città;

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