Il Prete Rosso
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(off: in parte rielaborazione genere blam punk di un pezzo di racconto di robert e. howard)
nella cella entrò mensab, avvolta in un ampio mantello nero. bash la guardò con interesse, pensando inizialmente che si trattasse del boia mandato li per eliminarlo. viso squadrato, forme del corpo e degli abiti lineari e spigolose, senza braccia, l'avatar fantomatico dell'i.a. era accompagnato da un guerriero medievale, con un elmo integrale, in armatura di piastre pesante, un lungo mantello bianco sulle spalle e un grosso spadone al fianco;
anche nella fioca luce della cella, e nonostante avesse le membra incatenate, l'atleticità del cyber-samurai era evidente. il corpo e gli arti sotto la skinsuit nera combinavano la forza di un lupo alla fulmineità di una pantera. sotto la nera chioma scarmigliata, gli occhi verdi scintillavano di una barbarie indomabile.
"sono venuta a liberarti come te hai fatto con me, non troppo tempo fa" disse mensab
"ti farò evadere ma dovrai farmi un favore?" proseguì l'i.a; il cyber-samurai non parlò ma il suo sguardo intenso diede la risposta che mensab desiderava.
"voglio che tu elimini il prete rosso.".
"intendi aru?". rispose bash
"si aru, il sacerdote della silicon life society, al servizio diretto di madame salomè".
era stato proprio grazie ad aru che bash era stato catturato dalla silicon life society nel labirinto: un intrico di vicoli metallici, melmosi e tortuosi, di sordide tane frequentate da ladri e da hacker, tra i più audaci del livello 71337, nella zona periferica del mol.
"in questa parte del carcere ci sono tre guardie cyborg; sono state tutte disattivate. questa è la chiave elettronica delle tue catene, qui invece le tue armi e il tuo casco; raggiungi subito la dimora del prete rosso e disattivalo. poi recati al covo dei painted old boys, nel mol, dove un uomo sarà ad aspettarti per darti la tua ricompensa in mem" disse l'intelligenza artificiale.
"toglimi subito queste dannate catene!" ringhiò bash. "le mem puoi anche tenertele. da sempre combatto l'occhio che tutto vede e non lo faccio certo per guadagnarci qualcosa."
"ve bene.. seu liberalo.." disse mesab rivolgendosi al guerriero in armatura pesante che l'aveva accompagnata alla prigione; "subito mia signora" rispose il colosso, poi si avvicinò al cyber-samurai e lo liberò;
pochi attimo dopo mensab e seu svanirono, come erano apparsi, all'interno di un turbine cilindrico luminoso di energia;
fu un rimbombante rumore metallico a svegliare puck. il grosso chimerico peloso gemette e si sforzò di mettersi seduto. intorno a lui tutto era buio e silenzioso, e per un attimo provò l'orribile sensazione di esser diventato cieco.
tastando per terra con le zampone, scoprì che giaceva su un pavimento di lastre di pietra ben connesse. continuando a tastare scoprì una parete dello stesso materiale. si alzò e vi si appoggiò, cercando di orientarsi. era ancora disorientato dal torpore e per un attimo aveva pensato di trovarsi in una specie di prigione, ma dove questa fosse e quanto fosse lunga non era riuscito a capirlo. ricordò poi il rumore metallico;
a questo pensiero rabbrividì e cominciò ad avanzare guardingo, accostato al muro. si aspettava di incontrare da un momento all'altro i limiti di quel posto, ma si persuase di avanzare lungo un corridoio. restò accanto al muro, timoroso di pozzi o altre trappole, e all'improvviso si rese conto che qualcosa gli stava al fianco, nel buio. non vedeva nulla, ma o le sue orecchie avevano captato un rumore attutito, oppure un sesto senso lo aveva messo in guardia. si bloccò, i peli ritti. l'enorme panda era sicurissimo che una presenza vivente fosse acquattata nell'oscurità davanti a lui; pensava che il cuore si sarebbe fermato, quando una voce a lui familiare bisbigliò:
"puck, sei tu?".
"bash!" svuotato dall'ondata di sollievo, il chimerico protese le zampe e incontrò le spalle del cyber samurai.
"è un bene che abbia riconosciuto il tuo fetido odore!" brontolò bash. "stavo per farti a pezzi."
"dove siamo, in nome di tutte le i.a. della netsfera?"
"nei cunicoli sotto la dimora del prete rosso; ma perché..."
puck scrollò la testa, cercando di raccogliere i pensieri confusi.
"cosa ci fai qui?" chiese il cyber-samurai.
"sono venuto per uccidere aru"
puck rabbrividì "bash, siamo nella casa del demonio! sono venuto a caccia di un nemico che pensavo di conoscere e ho trovato un vero diavolo uscito dall'inferno!"
bash grugnì, incerto "anche te sei stato assoldato da mensab?"
"si, in cambio della tua liberazione.. mi ha chiesto di eliminare il prete rosso" rispose il chimerico
"è la stessa cosa che ha chiesto a me, ma lo farò con molto piacere e l'avrei comunque fatto prima o poi" aggiunse il cyber-samurai
"sono riuscito a entrare nella sua dimora" bisbigliò puck, come se l'oscurità fosse piena di orecchie elettroniche in ascolto. "nei giardini esterni ho trovato alcuni guardiani di silicio fatti a pezzi. in casa mi sono imbattuto in alcuni servitori r-human minori, con i colli spezzati. poi ho visto aru seduto su una poltrona e con addosso la solita veste rossa. in un primo momento ho pensato che anche lui fosse morto. mi sono avvicinato furtivamente per annientarlo, lui si è alzato e si è girato. per tutti i governatori dormienti della netsfera!" il ricordo dell'orrore gli mozzò le parole in gola.
"bash" sussurrò "non era più la creatura di silicio che noi tutti conosciamo, quello che mi stava davanti! nel corpo e nell'atteggiamento non sembrava diverso dal solito, ma da sotto il cappuccio scarlatto mi sorrideva una faccia da incubo! pura follia! era coperta di materia tecnorganica pulsante luce rosastra come lo era probabilmente il resto del corpo più informe e più grande nelle dimensioni rispetto al solito; diversi occhi si erano dischiusi sulla massa informe luminosa all'altezza della fronte e della faccia; le labbra scoprivano un ghigno ancora più malefico. le mani che fuoriuscivano dalle maniche scarlatte erano informi, artigliate e coperte anche esse della stessa materia simil-organica che ricopriva il viso e che si espandeva cancerosa ovunque sul suo corpo. ho colto tutto questo con uno sguardo, poi sono stato travolto dall'orrore e sono scappato. ricordo di essermi lanciato in un buco, forse era un pozzo..."
"e poi?" borbottò bash, a disagio
"ho ripreso coscienza solo poco fa,non so perchè ha ucciso le sentinelle e i suoi servitori. tu come hai fatto a entrare?" rispose puck
"dalla fogna, avevevo immaginato che i giardini fossero sorvegliati. la fognatura è probabilmente collegata al tunnel che finisce in questi pozzi. pensavo di trovare una porta secondaria che conducesse alla casa e facile da crackare; disse il cyber-samurai
"forse è il caso di andarcene" esclamò puck "non credo che aru sia alla nostra portata"
"la strada delle fogne è sbarrata. quando sono entrato nel tunnel, una porta di metallo è scesa dall'alto. se non mi fossi mosso più fulmineamente della porta, le punte mi avrebbero inchiodato al suolo come un verme. ho cercato di sollevarla ma non si è mossa di un millimetro. inoltre, non mi tiro indietro, è stato aru a farmi catturare, e ora deve pagare" disse bash
puck fece un brontolio di assenso e i due cominciarono ad avanzare a tastoni nel corridoio. mentre continuavano ad avanzare, davanti a loro comparve un vago chiarore e subito dopo raggiunsero una brusca curvatura, oltre la quale filtrava una luce azzurrina. guardarono insieme dietro l'angolo : si allargava in una specie di grande locale. sul pavimento c'erano decine e decine di corpi r-human nudi, dilaniati e maleodoranti. nonostante il fetore, entrarono e si avvicinarono a una specie di scatola appesa a una delle pareti che irradiava e diffondeva la luminescenza azzurrino elettrica: man mano che avanzavano la luce aumentava, pur rimanendo una vaga radiosità nebulosa. vi era un foro sul soffitto, probabilmente, un altro pozzo; questo collegava quella stanza ai piani superiori della dimonra del prete.
vicino alla scatola metallica rettangolare c'era una stretta scala che conduceva al piano superiore.
"quella è l'altra uscita" disse puck "e dubito fortemente che la porta sia chiusa. ma penso che chi volesse varcarla farebbe meglio a tagliarsi prima la gola. guarda nel monitor."
da sopra la scatola sporgeva un groviglio di tubi color rame che si curvavano ad angolo retto e attorcigliandosi scomparivano nella parete. guardando nel monitor a puck scappò un'esclamazione di stupore. bash, che guardava al di sopra della sua spalla pelosa, brontolò.
sembrava di osservare una stanza fiocamente illuminata di luce sintetica e rossa. alle pareti c'erano grandi specchi inframmezzati da tendaggi di velluto, divani di seta, poltrone d'ebano e avorio e porte coperte da tendaggi che davano sull'esterno. davanti a una delle porte senza tendaggi, troneggiava un massiccio e deforme corpo nero sotto un abito scarlatto che contrastava in modo grottesco con il lusso circostante. una parete della stanza, non inquadrata molto bene dalla camera sembrava trasparente.
mentre guardava atterrito la creatura che sembrava fissarlo, puck si sentì gelare il sangue. involontariamente si ritrasse dallo specchio, mentre bash bofonchiò qualcosa che poteva essere una minaccia o una sfida.
"per tutte le i.a. della netsfera, è aru!" ansimò puck, scosso. "il prete rosso" rispose bash
l'immagine sul monitor era divisa in due parti : in un'immagine la lussuosa stanza del prete rosso, nell'altra una stanza presumibilmente adiacente dove accadeva qualcosa di raccapricciante :
un gruppo di r-human nudi intrappolati in questa stanza, erano in preda a un terrore isterico, correvano come impazziti da una porta all'altra, picchiando i pugni sulle pareti di cristallo e scuotendoli con gesti frenetici in direzione dell'implacabile figura rossa che stava acquattata nell'altra stanza. poi uno di loro alzò la testa e, a giudicare dalla bocca eccessivamente aperta, cominciò a urlare, puntando il dito verso il soffitto.
"quando cadono i pannelli, si liberano le nuvole della distruzione, ne ho sentito parlare, polvere di nanomacchine della sls o spore per l'infezione del 6s6, chi può mai saperlo. questi pazzi della silicon life society continuano a usarci come cavie" disse puck
al centro del soffitto pendeva un grappolo di boccioli meccanici dalle fattezze organiche che andavano lentamente dischiudendosi. una nebbia metallica riempì velocemente la stanza, liberata dai boccioli. subito la scena cambiò e l'isterismo dei condannati si trasformò in un carosello bestiale. gli uomini cominciarono a barcollare, cominciarono a correre e a girare su se stessi. le labbra schiumavano, contorte in una risata terribile. furiosi, si avventarono gli uni addosso agli altri con i denti e le unghie, lacerandosi e squarciandosi le carni reciprocamente, in un folle olocausto. a quella vista puck si sentì male e fu lieto di non udire le grida e la disperazione di cui sicuramente rimbombava la stanza maledetta. una scena silenziosa come una spettrale raffigurazione pittorica.
all'esterno della camera dell'orrore, il prete rosso saltava su e giù in preda a una bestiale e brutale esultanza, muovendo all'impazzata le braccia ricoperte da quella schifosa materia tecnorganica.
dopo pochi e terribili momenti, il prete rosso, curvo e informe, si avvicinò alla parete e premette un pulsante.
"sta aprendo la porta esterna" disse puck. "guarda, la nuvola abbandona la stanza, si è dissipata. lui aspetta, per essere sicuro.
adesso solleva l'altro pannello. è prudente.."
"dobbiamo provare adesso" disse bash "ora che probabilmente sarà occupato con i cadaveri. svelto, seguimi per questa scala."
corse su per i gradini con un'agilità che sorprese puck. si precipitarono nella grande e lussuosa stanza che avevano visto nel monitor. il prete rosso non c'era.
"è nella camera dei cadaveri" bisbigliò puck indicando la stanza adiacente. "perché non lo intrappoliamo lì come lui ha intrappolato quegli uomini?"
"no!" disse bash, "voglio affrontarlo!" i due si nascosero velocemente dietro alcuni tendaggi;
aru emerse dal lato opposto. orribile e mostruoso, sbavava da sotto la maschera rotta che una volta copriva la sua orrida bocca e che fungeva da respiratore. era ovvio che avesse sospettato qualcosa. si guardava intorno furioso. si avvicinò alla porta più vicina e scostò le tende per guardarvi dietro. il viso dell'essere ricoperto a tratti da quella pulsante materia tecnorganica costellata da occhi malefici rendeva quella creatura ancora più aberrante. puck indietreggiò intimorito e afferrò bash per una spalla.
"oserai affrontarlo con la tua lama?" disse l'enorme pandoide
gli occhi verdi di bash, da sotto la visiera del casco, lampeggiarono.
"svelto!" bisbigliò puck, "presto ci scoprirà, quando ci passerà davanti, se riesci, affondagli la lama nella schiena. cercherò di attirare la sua attenzione. se ci scopre siamo condannati, in ogni caso."
puck si sentì raggelare il sangue nelle vene, ma si fece forza e avanzò per mostrarsi nel vano della porta. immediatamente aru, che era all'altro capo della stanza, si girò, lanciò uno sguardo furente e si lanciò contro il chimerico con un ruggito di tuono. il cappuccio era ricaduto sul collo, rivelando una nera testa informe ricoperta da materia tecnorganica e sinistri bulbi oculari. le mani nere artigliate che pulsavano rosa-rossastre e il mantello erano macchiati di rosso acceso. un'immagine d'incubo nero e scarlatto attraversò impetuosamente la stanza, le gambe a sorreggere il corpo immane in una corsa terrificante.
puck si girò e scappò per il corridoio, ma subito, per quanto fosse veloce, il mostro gli fu alle spalle. poi, quando l'orrore passò davanti ai tendaggi, dalle loro pieghe balzò un'agile figura che urtò il corpo della creatura di silicio, colpendo con la lama la schiena mostruosa. quando l'impatto lo fece crollare al suolo, aru lanciò un urlo orribile e i due combattenti si ritrovarono sul pavimento insieme. ebbe inizio una lotta demoniaca, con graffi e tagli in uno spaventoso groviglio di membra.
puck vide che il cyber-samurai aveva allacciato le gambe intorno al torso della creatura e si sforzava di mantenersi in quella posizione, sferrando colpi micidiali. aru, d'altro canto, tentava di liberarsi del nemico che lo serrava in una morsa e di farlo ruotare in modo che fosse alla portata delle sue mani artigliate, avide e gigantesche.
in un turbine di colpi e brandelli scarlatti, rotolarono per il corridoio e ogni rivoluzione dei corpi allacciati era così veloce che puck non si azzardava a usare il jo che aveva nelle zampe, nel timore di colpire il compagno. vide che, nonostante la difficoltà del corpo di bash che lo premeva sulle spalle e il voluminoso mantello che gli impacciava i movimenti, aru stava per prevalere.
la materia tecnorganica rosa pulsante, aveva iniziato ad espandersi furiosamente sul corpo del cyber-samurai. si era estesa dal mostro per avvolgere in parte le gambe in parte il braccio della katana. bash iniziò a sentirsi rallentato e bloccato nei movimenti.
il prete rosso lo tirava inesorabilmente in maniera da trovarselo davanti, pur avendo subito colpi che avrebbero ucciso una dozzina di uomini. la katana gbe di bash aveva colpito ripetutamente il torso, nelle spalle e nel collo taurino dell'avversario, che perdeva liquido nero e fetido da una ventina di ferite. ma a meno che la lama della katana non avesse raggiunto in breve qualche punto critico, l'inumana vitalità di aru sarebbe bastata a finire bash e il suo compagno peloso, dopo di lui.
il cyber-samurai combatteva a sua volta come una belva, silenzioso se non per gli ansiti dello sforzo. gli artigli neri del mostro e la tremenda presa delle mani deformi gli laceravano le carni perforando la sua nera skinsuit; le mascelle aperte in un ghigno acuminato e satanico bramavano di arrivargli alla gola.
poi puck vista un'apertura, abbattè il jo con tutte le proprie forze, con una potenza che avrebbe spaccato la testa di un essere umano. il legno massiccio rimbalzò sulla nuca piegata di aru, ma questi allentò per un istante la presa lacerante, e in quell'attimo bash, ansimando e perdendo sangue, si buttò in avanti per conficcargli la katana fino all'elsa nel cuore di silicio, da dietro, perforando l'aberrante e mostruosa schiena. con un sussulto convulso aru roteò gli occhi sui nemici e si accasciò. lo sguardo feroce si spense e con un gemito, le membra poderose si irrigidirono.
bash si alzò barcollando, si tolse il casco e deterse gli occhi dal sudore, poi la lama e le dita dal liquido nero che colava, scendendo a rivoli sul petto e sulle braccia, fino alle cosce. puck lo afferrò per sostenerlo, ma il cyber-samurai se lo scosse di dosso, con un gesto energico.
"quando non riuscirò a stare più in piedi da solo sarà giunta l'ora di morire!" borbottò attraverso le labbra contuse.
puck guardava la figura immobile come se non riuscisse a credere ai propri occhi. nero, ripugnante, ricoperto di materia tecnorganica ancora pulsante luce rosa e rossastra il mostro giaceva grottesco sotto i brandelli della veste scarlatta, appariva bestiale, con qualcosa di vagamente e terribilmente patetico.
anche bash ebbe questa sensazione perché disse, ansimando: "stasera non ho ucciso una creatura di silicio, ma qualcosa di ancora più bestiale!"
"bene" disse tranquillamente il cyber-samurai "si è incamminato lungo la strada che tutti i malvagi finiscono per prendere.."
quando emersero dal giardino, puck disse: "il prete rosso se ne è andato nell'oscurità, ma i pericoli di questa città non sono ancora finiti e probabilmente non finiranno mai"
"sono stanco della silicon life society" rispose sorridendo bash. "ma non smetterò mai di combattere. vado a prendere la moto, ci vediamo al rebop! a presto grosso ammasso peloso e maleodorante di pulci!"